giovedì 23 febbraio 2012

I numeri dell'attesa

Nelle ultime puntate di Scrubs, telefilm esilarante e ironico sui medici, il Dottor Cox diventa finalmente primario. Si aspetta che il suo allievo abbia preparato per lui una festa, un evento per festeggiare la sua promozione. In realtà JD non ha preparato niente, ma, come per incanto, i suoni dell'ospedale cominciano a produrre una melodia ritmica: lo stantuffo del respiratore, il digitare sulla tastiera, il rumore di un carrello, etc, e il Dottor Cox finisce per credere che JD abbia preparato per lui una melodia fatta con i rumori per l'ospedale e se ne va via, contento di aver ricevuto un omaggio non troppo smielato......
In questo periodo mi è capitato di trascorrere un po' di tempo in un'articolazione territoriale di una USL di Prato e queste immagini di suoni ritmici e associati ad un ambiente medico mi è tornata in mente.
Pensate al rumore della porta aperta e chiusa in continuazione, al telefono che squilla, ai numeri dei contatori delle varie file che scorrono, al cicalio della gente, etc....Tutti questi rumori producono una sorta di melodia ritmica, non sempre molto piacevole.
Pensate sopratutto alle chiacchiere della gente, alle continue lamentazioni, alle continue ripetute domande. 
Avete mai osservato tutto questo?
Se non vi è mai accaduto è perché molto spesso da utenti si nota solo quello che non viene fatto: solo il ritardo e solo l'attesa e si è sempre scontenti. Eppure a volte bisognerebbe davvero mettersi nei panni di chi fornisce servizi in un ambiente pubblico per poter capire meglio tante cose.
Il punto è che quando siamo nei panni di chi deve accedere ad un sevizio pubblico chiediamo e basta. “Io voglio questo, ma perché non fate questo, ma perché non fate quello, etc.”
Il nostro chiedere, il nostro esigere non ci fa rendere conto che la maggior parte dei disagi sono dovuti dall'inosservanza delle regole proprio da parte di tutti noi:
“Ma come devo prendere il numero? Ma come devo compilare il foglio?”
“Ah ma il servizio inizia tra un'ora?.....Ah va bene allora aspetto così sono il primo”....E così iniziano lunghe code perché la gente, appunto per paura di non fare in tempo, per non voler aspettare dopo, aspetta prima e prima ancora di iniziare ci sono già 20 persone che si lamentano perché devono aspettare. Ma la loro attesa non è dovuta alla negligenza di un operatore, ma dal cattivo utilizzo di un servizio, dalla loro incapacità di rispettare orari e regole fissate per il corretto uso del servizio stesso.
La gente quando entra in questi luoghi è prevenuta, arrabbiata e scocciata in partenza.
Aspettare non piace a nessuno è vero. Eppure vi è mai venuto in mente che spesso basta iniziare una domanda o una frase con un sorriso perché qualsiasi cosa parta con il piede giusto?
Spesso ci lamentiamo di come il settore pubblico non funzioni, “coloro che lavorano nel pubblico sono tutti degli scansa-fatica che mangiano il pane a tradimento”.......
Eppure ci dimentichiamo che il pubblico è fatto da tutti, compreso dagli utenti che possono fare la loro a partire da un semplice gesto.
La melodia e il ritmo dei nostri discorsi, dubbi e domande potrebbe avere lo stesso ritmo divertente di quello di Scrubs se solo provassimo a capire cosa fa e come fa chi sta dall'altra parte.
Mi è capitato di osservare tante persone mentre sono in attesa, attendendo che i numeri scorrano per fare un esame, per fissare un appuntamento, per essere medicati, etc.
Vi è mai venuto in mente di pensare a come funziona la macchina che sta dietro a questo? Di quali siano i turni e di come siano le persone sedute al di là del tavolo a cui dovremmo sederci? Magari alla prossima attesa provate ad osservare un po' meglio e a chiedervi se tornare all'orario giusto potrebbe migliorare le cose.
Ricordatevi che, come dice Daniel Pennac Il peggio nel peggio è l'attesa del peggio”.

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