venerdì 7 dicembre 2007

Una bella Ninna nanna

Eccovi una nella ninna nanna dei mitici Modena city Ramblers..........una delle mie canzoni prefetite, magica davvero.....Vi riporto il testo e la versione audio.....

"Camminavo vicino alle rive del fiume nella brezza fresca degli ultimi giorni d'inverno e nell'aria andava una vecchia canzone e la marea danzava correndo verso il mare. A volte i viaggiatori si fermano stanchi e riposano un poco in compagnia di qualche straniero. Chissa dove ti addormenterai stasera e chissà come ascolterai questa canzone. Forse ti stai cullando al suono di un treno, inseguendo il ragazzo gitano con lo zaino sotto il violino e se sei persa in qualche fredda terra straniera ti mando una ninnananna per sentirti più vicina. Un giorno, guidati da stelle sicure ci ritroveremo in qualche ancgolo di mondo lontano, nei bassifondi, tra i musicisti e gli sbandati o sui sentieri dove corrono le fate. E prego qualche Dio dei viaggiatori che tu abbia due soldi in tasca da spendere stasera e qualcuno nel letto per scaldare via l'inverno e un angelo bianco seduto alla finestra".

Lezioni di cioccolato

Allora vi segnalo un film frizzante che dovrebbe essere ancora al cine!
E' "lezione di cioccolato", con il bonazzone di turno Luca Argentero, è una love story simpatica.....ma la cosa carina è la trasposizone sdrammatizzante del rapporto tra immigrati e autoctoni! In particolare tra un geometra stronzetto e un manovale egiziano che fa lavorare a nero. Le ironie della vita faranno in modo il geometra avrà una lezione, non solo in termini di cucina, ma amche nella vita e diventerà il migliore amico dell'egiziano!!!!!
Non perdetevelo......



giovedì 18 ottobre 2007

"Seta" arriva sugli schermi...

Un altro capolavoro del mito Baricco arriva sugli schermi....si tratta della trasposizione del bel romanzo "Seta" che attualmente è in produzione....
La vicenda è quella di Hervé Joncour, un commerciante francese di bachi da seta, che si trova ad effettuare regolarmente un lungo viaggio verso il paese del Sol Levante per acquistare i bachi che producono la seta più pregiata, a causa di virulenti batteri che colpiscono le coltivazioni francesi. Convinto a fatica da un amico, una volta giunto in Giappone Hervé sarà irresistibilmente attratto dalla giovanissima geisha di un nobile del luogo. L'amore tra Hervé, felicemente sposato, e la donna, di origini occidentali, si profila da subito tormentato e maledetto.

mercoledì 17 ottobre 2007

La battaglia di Anghiari


Fu combattuta il Mercoledì 29 giugno dell’anno 1440 dai Fiorentini guidati da Michelotto Attendolo e Giampaolo Orsini sui milanesi condotti da Niccolò Piccinino. La battaglia ebbe un rilevante seguito a quel tempo e segnò una vittoria importante per i fiorentini. Si combattè alle pendici della città di Anghiari che era ed è un bellissimo borgo medievale, attualmente in provincia d'Arezzo....(molto carino da visitare con le sue alte mura, i giardinetti tra le vecchie case in pietra e i gatti morbidosoni...) Nella città è ospitato un museo che celebra appunto quell'evento, ma che soprattutto da omaggio all'opera del grande Leonardo da vinci a cui fu commissionato di dipingere gli avvenimenti bellici di cui vi ho parlato....ed è qui che comincia la storia.....Infatti a Leonardo fu commissinato di rappresentare il dipinto a Palazzio Vecchio e, dovendo rivaleggiare con Michelangelo, a cui era stato commissinato di dipingere la Battaglia di Cascina, nella medesima sala del Palazzo, volle sperimentare una nuova tecnica, l'encausto, che richiedeva tempi e modalità diverse da quelle dell'affresco, e che permettavano al maestro di mettere in atto sia pittura che scienza.....
Ora si dice che il dipinto fosse davvero stupefacente....ma accadde qualcosa.....il dipinto non si asciugò, nonostante gli enormi braceri che il maestro aveva fatto mettere vicino alla parete, la pitturà colò e il suo lavoro andò distrutto....
L'immagine che vedete è una parte del dipinto di Vittoria Clerici, Leonardo Scomparso, acrilici, olio e areografo digitale su tela, 220 x 620 cm., 2000, che ripropone il dipinto di Leonardo così come forse era dopo essersi deturpato, ma non solo i tratti confusi sanno ricreare pienamente l'atmosfera della battaglia......

Lisa



mercoledì 10 ottobre 2007

La leggenda di Earthesea

Allora allora per chi si fosse preuccupato per il fatto che non avevo più recensito più nessun libro.....nessuna paura, perchè rimedio subito. Infatti in questo periodo sono stata impegnata in una lettura piuttosto impegnativa appunto.....soprattutto per la lunghezza: 832 pagine sono un pò tante. Ma comunque ci sono riuscita, per fortuna. Sto parlando della Leggenda di Erthsea di Ursula K. Le Gum. Uno splendido fantasy, alternativo ai classici fantasy che ho rischiato di lasciare incompiuto perchè il primo libro è piuttosto arduo da leggere...
Dunque il librone è diviso in cinque libri, io avevo la versione "totale", ma per chi fosse interessato a legerlo consiglio l'edizione staccata, i libri in ordine sono:

  1. IL MAGO DI ERTHSEA
  2. LE TOMBE DI ATUAN
  3. LA SPIAGGIA PIU' LONTANA
  4. L'ISOLA DEL DRAGO
  5. I VENTI DI ERTHSEA
La storia è meravigliosa sul serio, si arriva forse ad eguagliare il maestro Tolkien.
Il mondo in questione è fatto di terra e mare: isole solitarie raggruppate qua e là con intorno lo sconfinato oceano. Il mare, la terra, il vento e il sole sono quindi i protagonisti assoluti. Poi si aggiungono gli umani: i Karg e gli Hardesi, i Maghi di Roke, e i Draghi......
Verrete travolti letteralmente dalle avventure dell'arcimago Sparviero, della sacerdotessa di Atuan Tenar, dalle imprese del re Lebannen e della donna-drago Tenahu.....e Kalessin l'Antichissimo.
Tra mare e cielo una storia bellissima dove la magia si mischia al coraggio, dove il vero nome è il dono e il punto di partenza più grade per esercitare la magia, e dove più di tutto conta l'equilibrio tra le cose viventi. E' un libro pieno di morale: la scelta tra il bene il male, la rinuncia della superbia per abbraccire l'umiltà; lo scontro e l'incontro tra culture e credi diversi; il confronto uomo-donna.........
Insomma una storia bellissima vissuta tra isole e mare.

Per chi poi non avesse voglia di leggersi 832 pagine......è stato fatto un tentativo di trasporre il libro in un unico film-cartone made in Giappone, che non è malvagio. La storia però mischia insieme, in un unica i singoli cinque libri facendo un pò un polpettone.....
ad ogni modo per gli interessati........

venerdì 5 ottobre 2007

Un tributo al Poeta con la P maiuscola



L'infinito

Sempre caro mi fu quest'elmo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovramuni
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morti stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.



E' uno dei poeti più importanti della nostra letteratura, il più triste forse della storia della poesia, colui che fu preso da esempio dal filosofo Schopenauer (non sono sicura se scrive così, e mi fa fatica controllare...) per poter meglio spiegare la sua filosofia.....sto parlando ovviamente di Giacomo Leopardi. Di lui si può dire tutto e tanto, si può odiare o amare; è certo il poeta del dolore e forse quello del non vivere, ma è un grande poeta che grandiosamente ha saputo esprimere le sue emozioni in poesia in modo sublime.
Io non so commentare da critica le sue poesie, le ho studiate e ristudiate spesso, come tutti, ma se c'è una cosa che ho imparato dopo cinque anni di liceo classico è che le poesie hanno un suono, un ritmo, un significato e tutto queste cose sono solo lo specchio di un sentimento, un messaggio e una emozione. Ecco secondo me Lui ha saputo fare tutto questo. E quando si legge le sue poesie più delle figure retoriche e delle parole forbite conta saper assaporare la musica del suo canto. Punto.La poesia che più amo di Leopardi è L'infinito. E mi parrebbe un vero affronto non riportarla in questo blog che porta il nome della musa della poesia lirica.Perdonatemi se mi sono presa la libertà di sottolinearne alcune frasi e parole.
Ora non sto a fare l'analisi del testo, perché io voglio solo leggere questa poesia, e solo voglio sentirne le emozioni e i suoni, però è questo il canto che sa parlare del sogno, di quello che immaginiamo e ci rianima, di quello che c'è al di la del tutto e che appunto è L'infinito.

Lisa


domenica 30 settembre 2007

Di Ritorno da Favignana


Ciao a tutti i cari lettori!!!!!
Ho trascurato un pò questo blog ultimamente perchè sono stata fuori....sono andata sulla bella Isola di Favignana, la terra che secondo la tradizione è stata aegusa, l'isola delle Capre, su cui sbarcò Odisseo nel suo peregrinare verso la sua Itaca. In questo girovagare mi sono dilettatta a fare un pò di foto, che voglio qui riportare, perchè il miglior modo di descrvere un posto è quello di farlo vedere.....Sull'isola così brulla e selvaggia sembra di essere catapultati in una novella del Verga. Tutto è silenzioso, poche vacche e capre e poi la vita è scandita dai ritmi del mare. Tante stradine, con muretti in pietre di tufo, tagliano i campi aridi. La vegetazione è poca e secca. Le cave di tufo si ergono qua e la abbandonate, paesaggi desertici, poi il mare azzurro e limpido. Il tutto all'interno di aromi selvaggi: terra, sabbia, acqua salata, sole, cactus: in una parola sola aroma di pepe nell'aria.

Lisa

lunedì 17 settembre 2007

Tra cinema e politica

In questi giorni ho visto due films umoristici-satitici made in U.S.A, uno l'ho visto al cinema e l'altro in dvd.....Si tratta dei Simpson e di L'uomo dell'anno. Due film diversi ma che hanno in comune quello di prendere in giro il sistema americano. Il primo è la trasposizione cinematografica delle gang simpsoniane che siamo abituati a vedere in TV; i soliti difetti della famiglia media americana.....le buffonate e i messaggi di sottofondo: da spider-porc all'appello sull'inquinamento. Le tirate sono tante davvero, ma non voglio svelate troppo per chi ancora non avesse visto il film. Ma la cosa + divertente è che a 'sto giro il presidente U.S.A è l'attuale governatore della california: il terminetor della politica americana insomma! Ed è buffissimo.......
L'altro film è uscito al cinema qualche tempo fà ma non ero riuscita a vederlo, sembra la trasposizione statunitense della storia di Peppe Grillo a cui, secondo me, si sono liberamente ispirati......La cosa che fa pensare è quella che ricorre ultimamente nel nostro quotidiano politico: un comico che fa politica più dei politici, e alla fine si candida. Il film ha degli svilippi particolari, perchè Tom Dobbs (interpretato dall'esilarante Robin Williams) viene eletto, ma poi non diviene presidente, non sto a dirvi il perchè.......ma la riflessione che fa alla fine è la seguente: il ruolo del buffone è quello di sorvegliare e stuzzicare il re, ma non quello di fare il re, ognuno ha il suo ruolo. In merito io penso che se il re diventa un buffone, allora anche il buffone può diventare re. Ora non è che sono per Peppe Grillo for president, ma mi rendo conto che un buffone che grida fa paura al re, e forse può fare parecchio bene, ecco tutto!

lunedì 10 settembre 2007

Grande Benigni........


Non si può non spendere due parole sullo spettacolo di Roberto Benigni del 7 Settembre a Prato. E' stata una serata bellissima, entusiasmante, da ridere e sorridere, da riflettere e da commuversi. Un crescendo di emozioni....... Il comico è salito sul palco alle 9 in punto e fino alle 11.30 non si è fermato un minuto. Bellisssimo è stato il suo tributo a Prato le sue parole erano sincere e calorose. Io lo avevo visto a Firenze l'anno scorso....ma a Prato ha dato il suo meglio e tutto il suo affetto......
Parlando di Prato ha detto infatti:

"E' proprio impressionante l'emozione del corpo e dell'anima. E' un desiderio immenso. Erano tanti anni e a questa città, lascitemelo dire, [...] devo tutto. Questa città m'ha fatto beneficenza per vent'anni e ogni giorni mi arricchivo a star qua".

E poi riferendosi ai pratesi:

"sono un popolo di grande intelligenza che sa cos'è il dolore, il lavoro, l'armonia e la bellezza...."

Non sono mancate poi le battutte satiriche, non ha risparmiato nessuno e ovviamente qualcuno lo ha fatto nero, ha scherzato e sdrammatizato sui problemi......

Parlando dei lavavetri:

"Ora tutti ce l'anno con i lavavetri. Prato è stata all'avanguardia. Loro mandanvia le persone, trattan male la povera gente. Prato invece.....C'è il problema dei lavavetri ai semafori? Prato ha levato i semafori, ha fatto tutte rotonde. Dio ha fatto la terra rotonda, perchè non ci fossero i semafori, sarà un segno.....te lo immagini i lavavetri sulla rotonda....."

"Noi s'è passato Goti, Visigoti, Longobardi, Bizantini. Ma cinqu'anni con Berlusconi e siamo ancora vivi....Siamo indistruttibili, siamo il popolo più grande del mondo!".

"Arrivai a Prato nel '58 co' i' mi' babbo e appena s'arrivò cercava lavoro; Caro Benigni siamo messi male, c'è la crisi del tessile. Nel '58. Son tornato ora cinquant'anni dopo, dico come va? Eh male Benigni, c'è la crisi del tessile. Son 50 anni che c'è la crisi del tessile, Dice sì, ma prima un c'era mica i cinesi. Come un c'era i cinesi, i cinesi ci son sempre stati, grande popolo. No, dice, un c'erano"

Esilarante poi la tirata alla cocaina trovata alle fogne di Firenze, tanto che i gatti muoino tutti, perchè i topi con tutta la cocaina che si fanno gli passano davanti a 200 all'ora....

E tante tante altre gag......poi è andato sul serio

Una bellissima esaltazione dell'amore grazie alla spiegazione ed interpratazione del V canto dell'Inferno.....un grande poeta e comico insieme.........
L'insegnamento più grande: di dare amore perchè l'amore che si da ci torna sempre indietro e ci lascia lì senza parole.......e ci da quel qualcosa a cui non si può rinunciare se davvero vogliamo dire di vivere.
Una sera bellissima con una bella persona nella mia bella citta!!!!!!

Lisa

domenica 2 settembre 2007

Riflessioni sul viaggiare


Di ritorno dalle vacanze non si può non fermarsi un attimo a pensare al tempo trascorso in viaggio, a come si è stati, a quello che si è fatto e a come lo si è fatto. Io penso di essere una che per prima cosa, più di tutto forse, ama andare a zonzo, una di quelle che appena finito un viaggio pensa a quello dopo, e quello dopo ancora, una che sogna di andare lì e là etc etc. A questo giro, al viaggio passato insomma, ho fatto una vacanza che incarna il viaggiare stesso, perchè sono stata a passeggiare sulle Dolomiti..... Più che una meta da scoprire, quindi, un insieme di percorsi da fare..... Mentre ero lì, che stancamente scalavo le vette, si fa per dire; mentre lottavo contro le intemperie, nevischio e pioggia a 2240 m a 6 gradi; mentre ero al caldo rifugio e sorseggiavo bombardini e ingurgitavo tazze di cioccolato caldo.... mentre ero assorta in tutto questo, confrontandomi anche con i miei compagni di viaggio......mi sono venute fuori tutte strane idee in merito al viaggiare......
La prima riflessione è che viaggio vuol dire cose diverse a seconda delle persone. C'è chi viaggia per vedere, scoprire e imparare. C'è chi viaggia per cambiare, per riposarsi, rompere con tutto per un pò. C'è chi viaggia per stare in compagnia di amici, parenti, amori..., chi viaggia per poi lodarsi-imbrodarsi di quanti kilometri è riusciuto a fare in poco tempo e giù di lì, etc etc.
C'è poi chi viaggia per viaggiare, chi insomma ha in testa il viaggio come meta, e allora tutto il viaggio deve essere assaporato sorso dopo sorso, perchè l'importante non è arrivare o partire, ma andare e vedere quel che il mondo ha da offrirti di bello, perchè tutto il viaggio è la meta. E allora la pubblicità di quella auto, che ora non posso dire, diventa esplicativa. Quando si viaggia non si può solo guardare alla meta, perchè si perde il mentre, si perde appunto la curva delle cose: "a bend, the silince inside".....
E così è!
Peccato solo che non tutti sono, come dire, degli Ulisse alla continua ricerca di una nuova Itaca su cui appordare, e che non sappiano apprezzare tante piccole cose.......che invece fanno bene alla vita.

giovedì 2 agosto 2007

Le umane genti e le foglie


















Avvertenze:

  1. A questo giro sarò piuttosto prolissa, cmq più del solito, ma il tema merita tempo, perché per assaporare la poesia bisogna saper essere pazienti...
  2. Al di là della riflessione poetica, una è più pratica: prima la poesia e l'arte erano Open-source, un concetto si poteva evolvere e accrescere senza tanti casini by diritti di autore e SIAE, l'arte era libera, e tutti vi potevano contribuire partendo anche da cose già date....
  3. Il filo guida di questa analisi non è tutta farina del mio sacco,( ecco che bisogna stare attenti ai diritti di autori e compania bella) ma è tratta dal libro Epica Antica di Maria Belponer, che era il mio manuale di poesia epica quando andavo al ginnasio. (si veda l'edizione PRINCIPATO del 1996 pag.122-123)

Nell'Iliade di Omero più volte viene toccato il tema della labilità della vita, della pochezza dell'essere umano, del dolore e della precarietà che il vivere riserva. La concezione di fondo è che tutto è dato, che l'uomo è una pedina nelle mani degli dei, e che l'unica scelta che gli è data è quella di vivere gloriosamente per poter essere ricordato in eterno.

Nessun uomo può sfuggire alla sorte, né malvagio, né buono, una volta che è nato”.
(Iliade, Libro V, vv. 488-499)

Questa concezione di vita può apparire eccessiva e tipica di una società antiquata e ormai passata. Ma è certo che ancora oggi la sensazione che tutto è labile, che “tutto scorre” resta presente....e in qualche modo esercita un fascino particolare.
Tutto questo viene espresso nell'epica antica dalla celeberrima similitudine delle foglie: gli esseri umani sono come le foglie, destinati a cadere e ad essere trascinati dal vento.....

Le versioni, le traduzioni che, dei versi di Omero, sono state date nel tempo sono molteplici, con diverse sfumature. Tutte comunque hanno dato luogo ad una evoluzione poetica che si potrebbe definire, con molta libertà, open-source.

La traduzione di Vincenzo Monti

[...] Quale delle foglie,
tale è la stirpe degli umani. Il vento
brumal la sparge a terra, e le ricrea
la germoglienté selva a primavera.
Così l'uom nasce, così muor.

La traduzione di Ugo Foscolo

Son le umane tribù foglie su' rami
ilari e folte in maggio, aride al verno:
la selva al sol le crea, l'anno le perde;
sì fiorir e perir vedi i lignaggi”.

La traduzione di Mario Lussignoli

Simili a foglie
sono le famiglie degli uomini.
Le foglie, alcune il vento le sparge al vento,
altre nascono sugli alberi rigogliosi
ed è primavera;
così le famiglie degli uomini:
una nasce, un'altra muore”.

Lo stesso tema dell'effimero, legato alla similitudine delle foglie, è stato ripreso in più tempi da poeti successivi ad Omero, evolvendo in quella che si suol dire aemulatio.
"imitazio virtutis aemulatio dicitur"
ovvero: il cercare d'imitare uno nella virtù si chiama emulazione...
Cicerone


Così Mimnermo, poeta greco vissuto nel 600 a.C. scriveva:

Come i germogli che genera la primavera fiorita
quando d'un tratto li sboccia il raggiare del sole,
uguali ad essi, fioriti per tempo sì breve,
noi ci godiam la giovinezza, divinamente ignari
del male e del bene. Ma nere
ci stanno vicino le Parche,
una col termine squallido della vecchiaia
e l'altra – la morte; e resta per poco
il frutto della giovinezza, quanto un giro di sole sulla terra”.
(traduzione di M.Lussignoli)

Questa prospettiva, in cui non si avverte più la consolazione della continuità della vita, nelle generazioni successive, che comunque era presente nei versi omerici, ha influenzato prima Virgilio, e attraverso lui Dante....

[...]quante nei boschi al primo freddo d'autunno
si staccano e cadono”
(Virgilio, libro VI Eneide. Il poeta paragona le anime dei morti alle foglie)

Come d'autunno si levan le foglie
l'una appresso all'altra, fin che il ramo
vede alla terra tutte le sue spoglie,
similmente il mal seme d'Adamo...”
(Dante, Inferno III, vv.309-310)

Tutto questo, la caducità e la labilità della vita, la tristezza del poco tempo, la consapevolezza della fine, etc, é poi stato riassunto e rielaborato da un poeta moderno, che con maestria ha saputo dar vita ad un capolavoro della poesia...

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie”
Giuseppe Ungaretti

Ora il frutto di questa riflessione tutto mio, oltre quello di godere di un po' di poesia applicata, è il seguente: la vita è breve, siamo destinati tutti a soffrire e morire cmq. Ma la vita si rigenera e “le umane tribù” hanno una propria immortalità in questo. Lasciamo delle tracce ad ogni modo, le foglie che cadono a terra danno nuova vita. Ma il punto di partenza è che anche se tutto è così breve è prezioso, e bisogna vivere bene, chi vuol esser lieto sia, si doman non c'è certezza appunto. Solo la cosa che più mi stranisce è che se un concetto così è espresso in poesia non è mai banale, e riesce a entrarti dentro con una forza e una dolcezza bellissima.

Lisa

lunedì 30 luglio 2007

Cineamando.......Apocalypto


















E' uscito qualche tempo fa nelle sale e ha suscitato un pò di scalpore perchè consiederato cruento.....Sto parlando di APOCALYPTO!

In realtà penso che tutte le critiche al riguardo siano prive di fondamento, non è certo più cruento di tutti i film di ammazzamento vari che si vedono in TV, e certo lo è meno del filmato in diretta dell'impiccagione di Saddam....
E' un bel film, e anche se in lingua originale è seguibile...l'ambientazione è bella, la colonna sonora è suggestiva, io me l'ascolto spesso, mentre studio anche, è piuttosto rilassante.....poi gli attori sono dei fichi paura, quindi.....
Scherzi a parte il film fa vedere i costumi e gli usi di una società antica, e cerca di dare una interpretazione sul perchè sia "finita"....

L'emozione bella che ho provato guardando questo film, poi, è legato ad un libro, guarda un pò, di Isabelle Allende, La città delle Bestie. Ho visto il film dopo averlo letto e mi pareva di conoscere già i luoghi o i suoni, perchè l'Allende me li aveva già fatti conoscere.....Se quindi non avete nè visto il film, nè letto il libro, allora vi do un consiglio: prima il libro, poi il film (le due storie non sono legate minimamente, solo il luogo li accomuna), ne rimmarete soddisfatti!!!!


domenica 22 luglio 2007

Lo spirito di Euterpe....



Ci sono dei personaggi che, quando li incontri, è per sempre. Non è una novità questa; e parlo di incontri nelle pagine dei libri. Chi legge ha, su chi non legge, anche questo vantaggio: di vivere quasi due volte contemporaneamente, non soltanto nel mondo reale, ma pure in quello della fantasia. Le sue conoscenze, e spesso le sue amicizie, non si limitano a personaggi in carne ed ossa: comprendono anche la gente fatta di puro spirito, di invenzione, come quella, che appunto, popola i romanzi”.
Milo Milani
Ecco perchè tanto a lungo mi soffermo sui libri, sui loro contenuti....perchè sono tra i soggetti più cari che mi circondano, vivere senza di essi mi sarebbe impossibile......
Lisa

sabato 21 luglio 2007

La storia di Miriam e Laila....


Mille splendidi soli

Fresca di lettura arrivo a parlarvi di questo bellissimo libro, scritto da Khaled Hosseini. La storia è molto triste e toccante, ha come protagoniste due donne Miriam e Laila, a cui il destino riserva una vita difficile, in un paese dove per le donne non è stato facile vivere in passato e non lo è tutt'ora. Ma l'altro protagonista è l'Afganistan: l'autore ripercorre la sua storia attraverso le vicende di Laila e Miriam, ne ricostruisce i drammi, la distruzione e la speranza. Soprattutto l'attenzione è incentrata su Kabul, che viene magicamente descritta nei giorni prima delle innumerevoli distruzioni che l'hanno coinvolta. Per poter descrivere questa città l'autore rievoca i versi di una poesia, di Saib-e-Tabrizi, poeta persiano del XVII secolo, da cui poi è tratto il titolo del libro.....

non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che brillano dietro i suoi muri...

Il libro è insomma una splendida finestra su un mondo, un paese lontano, che l'occidente vede per lo più solo come un covo di terroristi, o luogo di vita di poveri ignoranti. Non è così, si mettono alla luce tante cose: la cultura, le speranze, le tradizioni religiose. Le figure maschili del libro sono poi varie, positive e non, ma reali e rappresentanti di una realtà che non è tutta estremismo.

Non voglio svelare i dettagli della trama, perché questo è un libro da leggere tutto d'un fiato, gustando amarezza e speranze, con colpi di scena inaspettati...e soprattutto perché le emozioni e le storie di vita narrate non meritano di essere riassunte in poche parole.

Riporto comunque alcuni passi.

Chiuse gli occhi e si concentrò. Con il trascorrere del tempo a poco a poco si sarebbe stancata di quell'esercizio. Avrebbe trovato sempre più estenuante quel suo rispolverare i ricordi, risuscitare ciò che ormai era moro da tempo. Sarebbe arrivato il giorno per cui non avrebbe più sofferto per quella perdita. [...] La sua mancanza non le sarebbe più pesata come ora, perché ora, il dolore della sua assenza non le dava più tregua”.
( tratto da Mille spendidi soli, di Khaled Hosseini, ed. Piemme, giugno 2007, pag. 196).


Mariam non avrebbe saputo dire quante volte la cinghia avesse colpito Laila, quante parole di implorazione lei stessa avesse gridato, quante volte avesse schivato il groviglio di visi, di braccia, di scudisciate, prima di vedere delle mani che si aggrappavano al viso di Rashid, gli strappavano i capelli, unghie scheggiate che affondavano le mani nelle sue mascelle e gli graffiano la fronte. Quanto tempo fosse passato prima che si rendesse conto con costernazione, ma anche con sollievo, che quelle dita erano sue”.
( tratto da Mille spendidi soli, di Khaled Hosseini, ed. Piemme, giugno 2007, pag. 361).

A Laila sembrava strano ritrovarsi di nuovo a Kabul. La città è cambiata. Ogni giorno vede gente che mette a dimora nuove pianticelle, ridipinge le vecchie case, porta mattoni per costruirne di nuove. Si scavano canaletti di scolo e pozzi. Sui davanzali Laila vede fiori interrati in vasi ricavati dai gusci vuoti dei razzi dei mujahidin – i Fiori dei Razzi li chiamano gli abitanti di Kabul”.
( tratto da Mille spendidi soli, di Khaled Hosseini, ed. Piemme, giugno 2007, pag. 424).
Spero di avervi invogliato almeno un po' a leggere questo libro, per poter conoscere una bellissima storia, e poter arrivare ad affezionarsi un po' ad un paese troppo disgraziato, ma meraviglioso allo stesso tempo.

Lisa

martedì 17 luglio 2007

Visto Harry Potter film




Ok ok ok, ottima la recenzione per Harry Potter e l'ordine della fenice...il primo fra tutti i film tratti dal llibro che veramente sa ricreare l'atmosfera della fantomatica scuola di magia, ovviamente ci sono dei tagli rispetto al libro...ma è fatto veramente bene!!!
Giudizio super positivo, anche per i nuovi aspiranti maghi che l'altra sera hanno ricevuto il loro benvenuto a Hogwarts.....

Dove l'amore perde?


Joestein Gaarder

Se si ha voglia di leggere una bella storia e filosofeggiare allo stesso tempo, allora un salto nel mondo di J.G. È quello che ci vuole....Vi segnalo “l'enigma del solitario”, “Vita brevis”. Due bellissime storie. Davvero!

A proposito di Vita Brevis....

E' una lettera d'amore di Flora Emilia a Sant'Agostino, la storia di una passione.
Lisa
NON CREDO IN UN DIO CHE, PER SALVARE L'ANIMA DI UN UOMO, COSTRINGE UNA DONNA A SPRECARE LA PROPRIA VITA”
(DALLA LETTERA DI FLORIA EMILIA A SANT'AGOSTINO )

Un pò d'arte non guasta.....


Il primo quadro ce ho apprezzato e capito è il Bacio di Francesco Hayez.

Il dipinto rappresenta 'ultimo bacio che il combattente da alla sua amata, prima di partire per la guerra. Infatti vedia che lui ha già un piede sulle scale, pronto ad andar via, e sfiora appena il viso della donna, che da le spalle alle scale, e abbraccia con passione l'uomo, per dimostrargli tutto il suo amore.....
Sotto le vesti medievali l'autore in realtà vuole lodare l'azione dei risorgimentali contro l'oppressione austrica, ma il dipinto va al di là di tutto questo, rappresenta lo spazio e il tempo in sè, è una scena teatrale, staccata da ogni contesto sempre presente e sempre passata, il tutto condito da un romanticismo innato: un capolavoro!

Lisa

Memorie di Adriano, di Marguerite Yourcenar


Questo è un altro dei miei libri culto....
E' una pseudo-autobiografia scritto con maestria perché sembra che sia davvero Adriano in persona a parlare. Si narra della vita dell'imperatore e delle vicende di un uomo eccezionale. Un uomo che vive come un Ulisse alla ricerca di un Itaca interiore.
E' un bel libro che davvero sa descrivere la Roma imperiale e una società passata, ma viva allo stesso tempo.

Riporto qui alcune frasi:

“Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su se stessi: la mia prima patria sono stati i libri”.

“la morale è una convenzione privata; il decoro è una faccenda pubblica”.

Lisa

L'inno alla gioia......




















La canzone di Bacco e Arianna,
Lorenzo il Magnifico


"Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Quest'è Bacco e Arianna, belli, e l'un dell'altro ardenti: perché 'l tempo fugge e inganna, sempre insieme stan contenti. Queste ninfe ed altre genti sono allegre tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'e certezza. Questi lieti satiretti, delle ninfe innamorati, per caverne e per boschetti han lor posto cento agguati; or da Bacco riscaldati, ballon, salton tuttavia. Chi vuol esser lieto sia: di doman non c'è certezza. Queste ninfe anche hanno caro da lor essere ingannate: non puon fare a Amor riparo, se non genti rozze e ingrate: ora insieme mescolate suonon, canton tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Questa soma, che vien drieto sopra l'asino, è Sileno: così vecchio è ebbro e lieto, già di carne e d'anni pieno; se non può star ritto, almeno ride e gode tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Mida vien drieto a costoro: ciò che tocca, oro diventa. E che giova aver tesoro, s'altri poi non si contenta? Che dolcezza vuoi che senta chi ha sete tuttavia? Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Ciascun apra ben gli orecchi, di doman nessun si paschi; oggi siam, giovani e vecchi, lieti ognun, femmine e maschi; ogni tristo pensier caschi: facciam festa tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Donne e giovìnetti amanti, viva Bacco e viva Amore! Ciascun suoni, balli e canti! Arda di dolcezza il core! Non fatica, non dolore! Ciò c'ha a esser, convien sia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza".

Insomma siamo felici e lieti e godiamoci le cose come vengono, che domani non si sa cosa può accadere, della serie "dont't worry, be happy"....... Lisa

Una bella poesia di Cecco Angiolieri

S'i fosse fuoco, arderei 'l mondo;
s'i fosse vento, lo tempestarei;
s'i fosse acqua, i' l'annegherei;
s'i fosse Dio, mandereil' en profondo;
s'i fosse papa, allor serei giocondo,
ché tutti cristiani imbrigarei;
s'i fosse 'mperator, ben lo farei;
a tutti tagliarei lo capo a tondo.
S'i fosse morte, andarei a mi' padre;
s'i fosse vita, non starei con lui;
similemente faria da mi' madre.
Si fosse Cecco com'i' sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le zoppe e vecchie lasserei altrui.

Questa è la poesia più famosa e conosciuta di Cecco Angiolierim che con la sua Becchina, prendeva in giro la Beatrice di Dante, insomma era il poeta più alternativo del suo tempo....
De andrè musicò poi questa poesia, e la sentiamo così:





E diciamola che la poesia è tanta, l'umore un pò meno..................... Lisa

lunedì 16 luglio 2007

La nuova mitologia di Tolkien


Il tentetivo di Tolkien è stato quello di dar vita ad una vera e propria mitologia fantasy, crando un mondo nuovo e alternativo bellissimo che ha saputo incantare tutti.
La sua storia più conosciuta, il Signore degli anelli, esalta gli umili, e dona speranza. come ho già detto, leggere è come aprire una finestra su un'altro mondo, se il mondo che si apre è quello di Tolkien, allora si apre una finestra sul sogno.

La via prosegue senza fine


"La Via prosegue senza fine

Lungi dall'uscio dal quale parte.

Ora la Via è fuggita avanti,

Devo inseguirla ad ogni costo

Rincorrendola con piedi alati

Sin all'incrocio con una più larga

Dove si uniscono piste e sentieri.

E poi dove andrò ? Nessuno lo sa".

(canzone scritta da Tolkien, v. Signore degli anelli)


Lisa

Un pò di mitologia non guasta mai


Quando avevo 13-14 anni, ed andavo alle medie, per la prima volta sono entrata nel mondo di Omero, il poeta a cui sono attribuite l'Iliade e l'Odissea, anche se i più pensano che i due capolavori siano il risulatao di più compositori, aedi, ovvero cantori, che andavano a giro per l'Ellade a cantare delle gesta di eroi, di dei e di vita.
Insomma quando per la prima volta sono entrata in quel mondo, me ne sono letteralmente innamorata, e non l'ho più lasciato. Ho fatto il liceo classico solo per amore di una società antica, dei suoi miti e della sua storia, e a cose fatte ne sono più che contenta. L'amore per la mitologia greca si è poi ampliato e ha lasciato spazio alla mitologia tutta dalla nordica alla africana, a quella degli indiani d'america, etc, fino ad arrivare a quella fantasy grazie all'Omero moderno che è stato Tolkien.

Questo mondo però è un pò aulico, perchè è scritto da autori antichi, con un linguaggio un pò prolisso, e insomma noioso a volte, ma bellissimo. Avere il canale giusto d'accesso può facilitare la divulgazione di questo mondo, anche col rischio di "barbarizzarne" la forma. Eppure è una necessità sempre più sentita.

Così vi segnalo due autori che hanno cercato di riscrivere l'Iliade e l'Odissea in chiave moderna, in volumetti accettabili....Ovviamente non sono come gli originali, ma rendono l'idea molto bene, e la lasciano acceddere ai nostri tempi e ritmi.

Il primo è "Iliade" di A. Baricco, (ecco che ritorna il must), e ripercorre le tappe della bellissima storia, facendo parlare i personaggi stessi....in realtà il libro è l'insieme di una serie di monologhi, infatti è stato pensato per una rappresentazione teatrale. Il tutto è reso benissimo! L'autore all'inizio del libro spiega i suoi perchè, cosa c'è di diverso dal testo originale di Omero, etc.

Il secondo è "Dicono di Odisseo", di Imme Dros, dove l'autrice olandese ripercorre le avventure di Odisseo, noto ai più come Ulisse, attraverso una serie di racconti dei vari personaggi del racconto che narrano a Temaco le sorti del padre..

Riporto qui un passo:

"Il racconto di Mentore

Tornare a raccontare del passato? Tornare a raccontare della partenza di Odisseo?
La storia telemaco la conosci ormai meglio di me...Ma sia come vuoi. Ascolta
[...]
Appena il vento fu propizio, le navi fecero vela per l'aulide. Le vedo ancora allontanarsi all'orizzonte. Dodici navi nere". (tratto da Dicono di odisseo, di Imme Dros, Salani Editore)

Entrambi riescono a cogliere la bellezza dei due capolavori della poesia umana, alla base di tutta la storia della letteratura occidentale.

Non mi resta che augurarvi buona lettura


Lisa

sabato 14 luglio 2007

Una lezione di poesia.......

Un pò di Magya non guasta

Di cosa sto parlando?
Di un bel libro fantasy, alternativo alla saga harrypotteriana e che merita una citazione in questo blog. Il Primo dei tre, fin'ora pubblicati, di Angie Sage, mi è stato regalato da amici appassionati di Harry Potter per offrirmi un nuovo mondo su cui aprire una finestra ogni tanto.....
E devo dire che i tre libri, in ordine, Magya, Volo, AlKymia non sono niente male davvero. Briosi e fantasiosi, una bella storiella davvero. Ambientato in un mondo altro, in un tempo non ben definito, dove la magia vive insieme agli abitanti di una ciitadina sorta attorno ad un castello, dove da sempre regna solo una regina alla volta. Il libri hanno anch'essi un protagonista d'eccezione, ovvero Septimus Haep, che da membro dell'esercito giovane diviene apprendista del Mago straordinario, e poi anche apprendista alchemico.
Insomma per tutti quelli che fossero interessati buona lettura....

giovedì 12 luglio 2007

Aprile 2003


Mi sono guardata attorno.
Ho respirato, ho respirato.
Ho fissato le cose... ho visto l'erba secca
e verde, gli alberi
immobili.
Ho ascoltato la voce della gente e sentito
il cigolio delle altalene.
Ho preso il colore del cielo.
Ho preso il calore del sole.
Ho afferrato il muoversi leggero del vento....
E tutte queste cose, poi, le ho legate nel centro della mia mente.
Ho respirato la vita
senza perchè o come,
ho sempricemente vissuto.

Lisa

Una bella storia.....

Il falenino
E
la stella

Una piccola falena d’animo delicato si invaghì una volta di una stella.Ne parlò ai suoi amici e questi gli consigliarono invece di invaghirsi di un abat-jour.
“Le stelle non sono fatte per svolazzarci intorno”. Disse un suo amico falena. “Le lampade, a quelle sì puoi svolazzare dietro”…“ Si ha ragione” – disse un altro amico – “Almeno lì approdi a qualcosa, invece andando dietro alle stelle non approdi a niente !”.
Il falenino rimase deluso delle loro parole, ma non diede ascolto né all’uno né all’altro. Ogni sera, al tramonto, quando la stella spuntava s’avviava in volo verso di essa e ogni mattina, all’alba, se ne tornava a casa stremato dall’immane fatica.
Un giorno uno dei suoi amici gli disse: “Non ti bruci un’ala da mesi, ragazzo mio, e ho paura che non te la brucerai mai. Tutti noi ci bruciacchiamo ben bene volteggiando intorno alle lampade di casa. Su avanti datti da fare, vai a prenderti una bella scottatura!
Un falenotto forte e robusto come te senza neppure un segno addosso!”.
Il falenino, stanco delle continue prese in girò, lasciò stare i discorsi dei suoi presunti amici, e non andò a volteggiare intorno ai lampioni di strada né intorno alle lampade di casa: continuò ostinatamente i suoi tentativi di raggiungere la stella, che era lontana migliaia di anni luce.
Lui credeva invece che fosse impigliata tra i rami più alti di un olmo.
Provare e riprovare, puntando alla stella, notte dopo notte, gli dava un certo piacere, lo rendeva felice, tanto che visse fino a tardissima età. I suoi amici, che tanto lo prendevano in giro, invece erano morti tutti bruciati ancora giovanissimi.

Questa storia mi è stata raccontata qualche tempo fa…non so dire chi sia l’autore…, ma mi piace riportarla e parlarne, perché in essa ci vedo un buon significato. La stella e l’abat-jour possono significare molte cose: il bene o il male, le cose vere o quelle di moda superficiali, i new global o pro global, etc. Ognuno può vederci molte cose. Io ci vedo una perla di saggezza che ci dice che nella vita è importante soprattutto saper guardare a se stessi, saper seguire i propri desideri e passioni, senza vergogna, essere ciò che si è, senza timori, perché tanto chi ti “prende in giro” si brucia alla abat-jour, mentre chi sa apprezzarti vola con te verso la stella……

lunedì 9 luglio 2007

La ricetta per una buova vita

Desiderata


Procedi con calma tra il frastuono e la fretta e ricorda quale pace possa esservi nel silenzio. Per quanto puoi, senza cedimenti, mantieniti in buoni rapporti con tutti. Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza e ascolta gli altri: pur se noiosi ed incolti, hanno anch’essi una loro storia. Evita le persone volgari e prepotenti: costituiscono un tormento per lo spirito. Se insisti nel confrontarti con gli altri rischi di diventare borioso ed amaro, perché sempre esisteranno individui migliori e peggiori di te.

Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi progetti. Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo. Usa prudenza nei tuoi affari, perché il mondo è pieno d’inganno. Ma questo non ti renda cieco a quanto vi è di virtù: molti sono coloro che perseguono alti ideali e dovunque la vita è colma di eroismo.

Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti. Non ostentare cinismo verso l’amore, perché, pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità, esso resta perenne come il sempreverde.

Accetta docile la saggezza dell’età, lasciando con serenità le cose della giovinezza. Coltiva la forza d’animo, per difenderti nelle calamità improvvise. Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono da stanchezza e solitudine.

Al di là d’una sana disciplina, sii tollerante con te stesso. Tu sei figlio dell’universo non meno degli alberi e delle stelle, ed hai pieno diritto d’esistere. E, convinto o non convinto che tu ne sia, non v’è dubbio che l’universo si stia evolvendo a dovere.

Perciò sta in pace con Dio, qualunque sia il concetto che hai di Lui. E quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa confusione dell’esistenza, mantieniti in pace col tuo spirito. Nonostante i suoi inganni, travagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso. Sii prudente. Sforzati d’essere felice.


Manoscritto del 1692
trovato a Baltimora
nell'antica Chiesa di San Paolo

Bella Prato!







"Vorrei cantare alla città di Prato......"

Un po' di vera poesia non guasta mai


Taci, anima stanca di godere.

di Camillo Sbarbaro

"Taci, anima stanca di godere
e di soffrire (all'uno e all'altra vai
rasegnata).
Nessuna voce tua odo se ascolto:
non di rimpianto per la miserabile
giovinezza, non d'ira o di speranza,
e neppure di odio.
Giaci come
il corpo, ammutolita, tutta piena
d'una rassegnazione disperata.
Non ci stupiremo
non è vero, mia anima, se il cuore
si fermasse, sospeso se ci fosse
il fiato...
Invece camminiamo,
camminiamo io e te sonnambuli.
E gli allori son alberi, le case
sono case, le donne
che passano son donne, e tutto è quel che è.
La vicenda di gioia e di dolore
non ci tocca. Perduto ho la voce
la sirena del mondo, e il mondo è grande
deserto.
Nel deserto
io guardo con asciutti occhi me stesso".

Il motto dei motti


"Homo sum, humani nihil a me alienum puto"
Terenzio


Tra la Cina, il Tibet e l'Afghanistan

Due commenti su due bei libri, letti recentemente, che oltre a raccontare delle belle storie introducono ad un mondo altro, descrivendo bene una cultura e paesi a noi sconosciuti, troppo mal visionati, putroppo.
Il primo libro è La strada celeste, storia d'amore e d'avventura di una donna cinese in Tibet, di Xinran. L'ho comprato per caso, perchè uno dei miei sogni + grandi sarebbe andare in Tibet, e allora leggo molto al riguardo. E' proprio una bella storia, sempre di quelle made in china, quindi sul filo struggente malinconico, ma bella. Soprattutto perchè descrive un pò cosa avvenne durante la "conquista" cinese del Tibet, etc, un pò perchè descrive il Tibet e la vita dei pastori nomadi.....

Riporto alcune parti:

" si diede ad osservare la straoridnaria dimora dove si trovava. La tenda era nera quadrangolare di feltro era ricavata dal pelo dello yak ed era sorretta da solidi pali di legno. [...]dal suo giaciglio Wen cercò di farsi un'idea sui suoi ospiti, ma le fu impossibile [...] le sembrava tutto insolito e bizzarro, non ultimo il peculiare odore che aleggiava nell'aria e che sapeva di sterco, sudore e cuoio".

"si voltò e lo vide sventolare una bianca sciarpa di seta hada che aveva strappato da una fila di bandierine di preghiera agitate dal vento, gridando qualcosa che non riuscì ad afferrare. Si precipitò verso di lui zizgando fra le pietre mani antiche forse migliaia di anni..." Tratto da La stada celeste, di Xirnran, pag. 74, 75, 150,151, sperling paperback.

Questo libro è scritto così bene, che quando qualche tempo fa ho visto un documentario sui pastori nomadi mi pareva di aver già visto tutto, o di conoscrle già.....
Il secondo libro è + famoso perchè è stato il primo in classifica per un bel pò, ora è all'ottavo posto, sto parlando del Cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini.Il successo del libro è meritatissimo, una storia bellisma, uno spaccato di storia afgana raccontata attraverso le vicende personali di un ragazzo, che diventato uomo torna a fare i conti col suo passato e col suo paese.
Anche per questo una parte, tratta dall'incipit del libro:

"Sono diventato la persona che sono oggi al''età di docici anni, in una gelida giornata invernale del 1975. Ricordo il momento preciso: ero accovacciato dietro un muro di argilla...[...] Non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente".

Lo stesso autore ha pubblicato ora un'altro libro, che è sempre ai primi posti in classifica, Mille splendidi soli, ma questo non l'ho ancora letto.....ma sicuramente ve ne parlerò tra un pò

Lisa

Dalla Cina con furore

"Sotto un unico cielo", (spada spezzata)

Si può deludere un amore per un'idea.....
Un bellisnimo film che racconta sotto + punti di vista, associati a più colori, la storia di un pò di artimarzaioli che vogliono far fuori l'imperatore.....

Saffo


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SAFFO
E sono più verde dell'erba e poco lontano da morte sembro a me stessa...."
Su me sudore si spande, e un tremito mi afferra.
e con gli occhi nulla vedo, mi rombano le orecchie.
"un fuoco sottile mi corre sotto la pelle

Gli Alberi



"Tutto il mondo filtrato dagli alberi, dai loro rami grossi, e dalle loro foglie sottili. Tutto si placa a stare lì e guardare una delle cose più belle al mondo.

Se ne stanno, fermi e quieti, non li smuove nessuno.
Stanno lì e vivono. Stanno lì e si fanno cullare dal vento, e ondeggiano.
Ondeggiano.
E poi hanno quel modo tutto loro di prendere il sole. Né si bruciano, nulla! Se lo lasciano passare attraverso.
Punto!
Stanno lì e prendono il sole e lo trasformano in luce propria, filtrata, pulita".
lisa

Un altro must: Daniel Pennac

Ok ok, Pennac è entrato nella mia vita prerompentemente, e credo me l'abbia cambiata davvero, tanto da farmi andare a Parigi per vedere Belleville, il quartiere che è sullo sfondo dei suoi libri saga sulla famiglia Malaussene. In breve in questi romanzi, ovvero Il paradiso degli orchi, La fata carabina, La prosivendola, Signor Malaussene, La passione secondo Terese, Ultime notizie dalla famiglia, Pennac racconta la storia di una famiglia sui generis, composta dal fratello maggiore e dai tanti fratelli, figli della stessa madre, ma da tanti padri diversi, che vive vicende buffisime & trilleresche. I romanzi estramente ironici sono anche uno spaccato della vita quotidiana di una Parigi no bene, tra magrebini, algerini e cinesi e parigini doc, si direbbe, dove i legami di amicizia, di amore e di famiglia, vanno oltre gli schemi classici di buon costume...... A Belleville, come dicevo ci sono stata, ed ero felicissima di essere lì, perchè era come essere dentro i libri di Pennac: pensate a marciapiedi affollati, stile grande mela, a negozi etnici e parigini iniseme, ad odori orientali mischiati alle patisserie parigine. Pensate che mentre io camminavo estasiata, i miei compagni di viaggio mi dicevano di cambiare zona, perchè insomma Belleville è Belleville......
Cmq, aneddotti parigini a parte, Pennac mi ha introdotto al concetto di tribù: ovvero quella sovraspecie di famiglia allargata comprendente i legami parentali, ma anche quelli di sangue non sangue, insomma.... se non ci avete capito molto allora partite dal primo e leggete.... o vi innamorate oppure no....sintetizzare Pennac con una frase si può? Bo!
Forse così:
.............
si perchè Pennac, lascia anche i silenzi nei dialoghi, e forse è questo Pennac.

Frattanto vi lascio a una bella interpretazione di Claudio Bisio, che ha fatto anche uno spettacolo sul Signor Malaussene, ma che non trovo adesso, qui una interpretazione da Grazie, monologo scritto sempre da Pennac.

Lisa