giovedì 28 aprile 2011

La Storia di Enrico VIII raccontata attraverso quella della sua ultima moglie

Eccoci a raccontare di un altro bel romanzo storico che aggiungo alla mia lista. Romanzo che mi ha appassionato così tanto da finirlo in soli due giorni, anche a causa della mia permanenza forzata a letto per malattia.
Trattasi del libro di Carolly Erickson, L'ultima moglie di Enrico VIII.
Sono le vicende di Catherine Parr, che fin da bambina prende parte alla vita del superbo sovrano di Inghilterra, Enrico VIII, conoscendo tutte le sue mogli e diventandone l'ultima.
Si narra la storia della vita entusiasmante di Cat: dei suoi malanni e dispiaceri, delle fortune e dei suoi 4 amori: quello della giovinezza e innocenza, quello della convenienza, quello della passione e quello del potere e della paura.
La brava autrice del romanzo riesce a rievocare i sapori e le scene di un tempo passato, trasportandoci dentro vicende storiche che esercitano un fascino senza tempo.

Ecco qui alcuni passi del primo capitolo:

.....Ricordo una pianura battuta dal vento, nelle Fiandre, chiamata la Valle Dorata. Avevo sette anni: ero bionda, con gli occhi azzurri, e facevo parte del seguito della Regina Caterina; ero giunta nella valle su un carro pieno di bauli, cesti e gabbie di chiassosi polli e anatre. Cadeva una pioggia leggera, e sollevai il cappuccio del mantello per proteggermi il capo. [...]
Mancava poco al tramonto, e il sole del tardo pomeriggio colpiva il padiglione dorato e pareva incendiarlo, diffondendone il fulvo splendore sui tetti circostanti e sul fiume. Mentre guardavo, tutte le finestre di un vicino padiglione in pietra si accesero di una luce rossastra, riflettendo il sole ormai basso sull'orizzonte, e pensai che fosse l'immagine più bella che avessi mai veduto..........

A tutti, come sempre, auguro una buona lettura!

venerdì 8 aprile 2011

Albert Einstein Ipse Dixit

Di questi tempi, avere una idea circa la Crisi è normale.
Provare a pensarla in altri termini è da persone speciali....

«... Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere "superato".


Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, VIOLENTA IL SUO STESSO TALENTO e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.



La vera crisi è la crisi dell'incompetenza. L'inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza di essa tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.»

sabato 19 febbraio 2011

Somewhere Over The Rainbow

Letteralmente adoro la canzone di Israel Kamakawiwo'ole, Somewhere Over The Rainbow, riporto qui di seguito la treduzione!!!


"Da qualche parte sopra l'arcobaleno


proprio lassù, ci sono i sogni che hai fatto

una volta durante la ninna nanna

da qualche parte sopra l'arcobaleno

volano uccelli blu e i sogni che hai fatto,

i sogni diventano davvero realtà



un giorno esprimerò un desiderio

su una stella cadente

mi sveglierò quando le nuvole

saranno lontane dietro di me

dove i problemi si fondono come gocce di limone

lassù in alto, sulle cime dei camini

è proprio lì che mi troverai

da qualche parte sopra l'arcobaleno

volano uccelli blu e i sogni che hai osato fare,

oh perchè, perchè non posso io?



Beh vedo gli alberi del prato e

anche le rose rosse

le guarderò mentre fioriscono

per me e per te

e penso tra me e me

"che mondo meraviglioso!"



Beh vedo cieli blu e nuvole bianche

e la luminosità del giorno

mi piace il buio e penso tra me e me

"che mondo meraviglioso!"



I colori dell'arcobaleno così belli nel cielo

sono anche sui visi delle persone che passano

vedo degli amici che salutano

dicono "come stai?"

in realtà stanno dicendo "ti voglio bene"

ascolto i pianti dei bambini

e li vedo crescere

impareranno molto di più

di quello che sapremo

e penso tra me e me

"che mondo meraviglioso!"



un giorno esprimerò un desiderio

su una stella cadente

mi sveglierò quando le nuvole

saranno lontane dietro di me

dove i problemi si fondono come gocce di limone

lassù in alto, sulle cime dei camini

è proprio lì che mi troverai

da qualche parte sopra l'arcobaleno

ci sono i sogni che hai osato fare,

oh perchè, perchè non posso io?".


venerdì 18 febbraio 2011

Complicazioni


Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia.
Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono tormentato.
Catullo

Fate che la vostra vita sia spettacolare.

Lo sò che giunti al termine di questa nostra vita tutti noi ci ritroviamo a ricordare i bei momenti e dimenticare quelli meno belli, e ci ritroviamo a pensare al futuro cominciamo a preoccuparci e pensare io che cosa farò chissà dove sarò da qui a dieci anni. Pero io vi dico ecco guardate me vi prego non preoccupatevi tanto, perché a nessuno di noi è dato soggiornare tanto su questa terra. La vita ci sfugge via e se per caso sarete depressi alzate lo sguardo al cielo d'estate con le stelle sparpagliate nella notte vellutata, quando una stella cadente sfreccerà nell'oscurità della notte col suo bagliore esprimete un desiderio e pensate a me. Fate che la vostra vita sia spettacolare.


dal film "L'attimo fuggente" di Peter Weir 

giovedì 27 gennaio 2011

Per non dimenticare

Se questo è un uomo

“Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:

   Considerate se questo è un uomo
   Che lavora nel fango
   Che non conosce pace
   Che lotta per mezzo pane
   Che muore per un sì o per un no.
   Considerate se questa è una donna,
   Senza capelli e senza nome
   Senza più forza di ricordare
   Vuoti gli occhi e freddo il grembo
   Come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
  
   O vi si sfaccia la casa,
   La malattia vi impedisca,
   I vostri nati torcano il viso da voi.”


Primo Levi

27 Gennaio, Giornata della Memoria tra i libri....

« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi raziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati»


legge n. 211 del 20 luglio 2000 del Parlamento Italiano 


Oggi si ricordano i caduti e le vittime di una parte disastrosa della storia umana.

Euterpe vuole contribuire a questa giornata.

Vi parlerò di due libri. Ne potrei citare tanti altri, ma ne scelgo due: Il Rogo di Berlino di Helga Schneider e Se questo è un uomo di Primo Levi.
Entrambi raccontano quella parte di storia che oggi ricordiamo, ma da una prospettiva diversa.
Il Rogo di Berlino è la storia di una bambina che cresce sotto il regime nazista e che vive la società tedesca negli anni di guerra. Se questo è un uomo parla della prigionia nei campi di concentramento.
Entrambi i libri sono bellissimi, ma diversi. 
Il primo racconta dall'interno. Racconta come  si viveva in Germania, come venivano educati e cresciuti i bambini, racconta la vita dei tedeschi rimasti a Berlino negli ultimi giorni di guerra, e parla di idealismi e di dolore.
Il secondo racconta dall'esterno. La deportazione e la vita nei campi di concentramento, e anch'esso parla di idealismi e di dolore.
Da qualsiasi punto di vista osserviamo queste storie, impariamo che gli idealismi e la crudeltà umana sono due facce della stessa medaglia, comprendiamo che il confine è labile, molto labile. 
Ci sono alcune scene dei due libri rimastemi impresse, vele riporto:

 
dal Rogo di Berlino
"Rimarranno qui per sempre?"
"Prima o poi se ne andranno".
"Allora chi sono i cattivi, i russi o i tedeschi?" 
[...]
Lui continuò a rispondermi bonariamente: "Ogni popolo ha i suoi uomini buoni e i suoi uomini cattivi; forse in quello tedesco c'è una tendenza che in quello russo appare meno accentuata, il fanatismo".
"Cos'è il fanatismo?"
"Il fanatismo è quando si fanno cose con un impegno così esagerato da diventare ciechi e sordi e acritici".
"Cosa vuol dire acritico?"
"Quando si rinuncia a giudicare, a valutare o a interpretare il risultato dell'opera o dell'attività o anche dell'atteggiamento di qualcuno. Ad esempio il popolo tedesco, o buona parte di esso, ha mantenuto nei confronti di Adolf Hitler una posizione acritica, almeno ufficialmente".
"La direttrice del collegio diceva che il Führer era cattivo," commentai "diceva che era un razzista".
"Lei era critica," rispose Opa "e anche coraggiosa".


da Se questo è un uomo
"Quante altre cose ci sarebbero da dire, e il sole è già alto, mezzogiorno è vicino. Ho fretta, una fretta furibonda. Ecco, attento Pikolo, apri gli orecchi e la mente, ho bisogno che tu capisca:

Considerate la vostra semenza:
Fatti non foste a viver come bruti.
Ma per seguir virtute e canoscenza


Come se anch'io lo sentissi per la prima volta: come uno squillo di tromba, come la voce di Dio. Per un momento, ho dimenticato chi e dove sono.Pikolo mi prega di ripetere. Come è buono Pikolo, si è accorto che mi sta facendo del bene. O forse è qualcosa di più: forse, nonostante la traduzione scialba e il commento pedestre e frettoloso, ha ricevuto il messaggio, ha sentito che lo riguarda, che riguarda tutti gli uomini in travaglio, e noi in specie; e che riguarda noi due, che osiamo ragionare di queste cose con le stanghe della zuppa sulle spalle".



Come sempre buona lettura!

Come oggi buona memoria!

[...]

lunedì 24 gennaio 2011

Aspettando Il Sole

Quello che segue è il testo di una canzone di Neffa, ai tempi in cui i suoi yo e mm erano leggenda....
Ancora adesso mi piace ascoltarlo, anche se ha cambiato un pò genere.
Aspettando il sole è la mia canzone salvaumore e mi da sempre la carica di cui ho bisogno....


"La tele resta spenta e non la guardo più ho un nodo in gola che è difficile mandare giù, fumo un po', sposto via la tenda, cielo grigio piombo io non lascio che mi prenda, la nostalgia che sale lentamente come mai io penso a te mi chiedo adesso dove sei cosa fai, chissà se tu avrai mai pensato a me, al nostro fuoco che bruciava e mo' è cenere. Ma tutto passa piano e pure se fa strano io sorrido perché so che oggi non ti chiamerò, quel che viene venga e mi sta bene quel che è stato è già passato e mo' il passato se lo tiene, e piove già da un tot, la pioggia bagna la mia pelle ma mi asciugherò perché so che il tempo è ciclico e so che un po' di tempo è quello che ci vuole mentre un guaglione sta scacciando il male sta aspettando il sole...
Oggi non c'è sole intorno a me salvami, risplendi e scaldaci, voglio il sole, cerco nuova luce nella confusione di un guaglione...
...e oggi è come ieri ma forse è un'impressione frutto della mente di un guaglione sarà che non c'è il sole sarà che tutto sembra resti uguale sarà quel che sarà sono preso male ma nessuno chiama e non so chi chiamare cerco di schiodarmi e penso solo a quello che ho da fare uh Gesù Gesù, sono io la vittima dei demoni che tornano e che vengono a tirarmi giù i miei cattivi pensieri che mi aspettano braccano, parlano e parlano dove sono i raggi che scaldavano un guaglione dove sono gli altri della mia ballotta mo' che sono nel ciclone in dopa trovo la mia cura in dopa mischio le radici e la cultura, l'energia pura la musica mi detta le parole caccio queste rime e so che prima o poi ritorna il sole...
Oggi non c'è sole intorno a me salvami, risplendi e scaldaci, voglio il sole, cerco nuova luce nella confusione di un guaglione...
...vada come vada e va da sé conto solo su di me e già so che già sai che... Chico fa quel che s'ha da fare quando amore non c'è ... dev... dev... devo imbustare perché in tasca manca money sempre più difficile restare calmo in questa situazione sclero, non ne voglio più parto da zero so che in qualche modo devo andare su ma... non c'è più luce, solo buio che fa male non c'è più pace solo rabbia che ogni giorno sale so bene dove sono e adesso voglio stare qui, sentire il beat se sei all'ascolto vieni a prendermi rapiscimi, musica colpisci al cuore boom cha boom cha però non c'è dolore distendi le tue mani guaritrici su un guaglione mentre sta aspettando il sole...
Oggi non c'è sole intorno a me Salvami, risplendi e scaldami, voglio il sole, cerco nuova luce nella   confusione di un guaglione...".

venerdì 21 gennaio 2011

L'amore che tornerà

E' un po' di tempo che non riesco a sognare


non c'è nessuno e non ci sono parole

questa casa a volte è una prigione

che non mi fa imparare



E mi mancano stagioni migliori

di quest'inverno che non vuole passare

nelle pieghe di queste canzoni

dove mi sto a cercare

E lo so che anche la tua vita

ha bisogno di navigare

e insieme a me, è una nave in porto

che sta aspettando di partire



E le risposte che non ti so dare

nel mio cuore le cercherò

dammi la mano stringimi forte

insieme a te le troverò

Sarà l'amore che tornerà

sarà l'amore che ci salverà

da questo freddo da questo destino

a questa gente senza perdono

sarà l'amore che chiamerà

sarà l'amore che ci scalderà

da questa pioggia e da questo vento

da questo tempo

In questo cielo che noi guardiamo

come un film che ci fa un po' paura

noi abbiamo un tetto, un padre dove riparare



E lo so che anche le tue dita

hanno bisogno di disegnare

un calendario un po' più dolce

con dei mattini da colorare

E le risposte che non ti so dare

nel mio cuore le troverò

dammi la mano stringimi forte

insieme a te, ci riuscirò

Cristiano De André

La canzone dell'amore perduto

Ricordi sbocciavano le viole

con le nostre parole:

"non ci lasceremo mai,

mai e poi mai"

Vorrei dirti, ora, le stesse cose

ma come fan presto, amore,

ad appassire le rose

così per noi.

L'amore che strappa i capelli

é perduto ormai.

Non resta che qualche svogliata carezza

e un po' di tenerezza.

E quando ti troverai in mano

quei fiori appassiti

al sole di un aprile

ormai lontano li rimpiangerai.

Ma sarà la prima

che incontri per strada,

che tu coprirai d'oro

per un bacio mai dato,

per un amore nuovo

E sarà la prima che incontri per strada,

che tu coprirai d'oro

per un bacio mai dato,

per un amore nuovo.


Fabrizio De André

mercoledì 19 gennaio 2011

Gli Innamorati


Starsene stretti affacciati al balcone della vita. Quello che si vedrà non lo possiamo sapere. Possiamo solo tenerci abbracciati. Questo è la definizione di innamorati di Federico Zandomenghi.

Una definizione di amicizia

"Amare e odiare le stesse cose, questa in verità è l'amicizia"

Sallustio



martedì 18 gennaio 2011

La Bridget Jones dei libri

Recentemente mi è capitato di leggere gli ultimi libri di Sophie Kinsella, una autrice tutta pepe, diventata famosa per la sua seilogia dedicata alla regina dello shopping e alle sue vicende amorose.
I libri cui mi riferisco si intitolano Ti ricordi di me? e La ragazza fanstasma.
Le storie, bene o male, si assomigliano molto. C'è una ragazza, più o meno sfigata, per un motitvo e per un altro, non tanto messa bene con i soldi, con una delusione d'amore alle spalle. Ma succede qualcosa: un incontro con un lui o con un fantasma, con un super marito, etc, che cambiano tutto.
I libri sono una ventata di ottimismo e di umorismo. Le ragazze pasticcione, protagoniste dei racconti di Kinsella, diventano delle donne, realizzano i loro sogni e imparono ad essere felici.
Questi libri sono quelli che io definisco da spiaggia o da intervallo. Li leggi dove vuoi, due pagine per volta, o tutto d'un fiato.
Ti mettono di buon umore e funzionano sempre, in periodi diversi di impegno o non impegno sentimentale....
Insomma un filtro di fiducia e di divertimento da assumere a piccole dosi, assoporandone le pagine.
Buona lettura!

Lisa

lunedì 17 gennaio 2011

Parole sante

Alle volte siamo presi dal nostro tran tram quotidiano, ci sbattiamo in mille cose. E succede che perdiamo di vista ciò che è più importante....
Riporto qui delle parole belle, di una persona bellissima che con la sua vita ha illuminato il mondo.

"Non aspettare di finire l'università, di innamorarti, di trovare lavoro, di sposarti, di avere figli, di vederli sistemati, di perdere quei dieci chili, che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina, la primavera, l'estate, l'autunno o l'inverno…

Non c'è momento migliore di questo per essere felice… La felicità è un percorso, non una destinazione.

Lavora come se non avessi bisogno di denaro, ama come se non ti avessero mai ferito e balla… come se non ti vedesse nessuno.

Ricordati che la pelle avvizzisce, i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni… Ma l'importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela. Dietro ogni traguardo c'è una nuova partenza. Dietro ogni risultato c'è un'altra sfida. Finché sei vivo, sentiti vivo. Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere".

(Madre Teresa di Calcutta)

giovedì 13 gennaio 2011

Socchiudo gli occhi, estranio ai casi della vita.............

Riporto qui  di seguito il testo di una poesia che ho amato tanto, di un poeta che mi ha accompagnato in tempi passati, trattasi di Guido Guzzano. Per le sue poesie ho quasi rischiato un linciaggio dalla biblioteca comunale, per aver tenuto un libro, qualche mese in più del dovuto.
Buona lettura

La via del rifugio



Trenta quaranta,


tutto il Mondo canta


canta lo gallo


risponde la gallina...

Socchiusi gli occhi, sto


supino nel trifoglio,


e vedo un quatrifoglio


che non raccoglierò.


Madama Colombina


s'affaccia alla finestra


con tre colombe in testa:


passan tre fanti...


Belle come la bella


vostra mammina, come


il vostro caro nome,


bimbe di mia sorella!


...su tre cavalli bianchi:


bianca la sella


bianca la donzella


bianco il palafreno...


Ne fare il giro a tondo


estraggono le sorti.


(I bei capelli corti


come caschetto biondo


rifulgono nel sole.)


Estraggono a chi tocca


la sorte, in filastrocca


segnado le parole.


Socchiudo gli occhi, estranio


ai casi della vita.


Sento fra le mie dita


la forma del mio cranio...


Ma dunque esisto! O Strano!


vive tra il Tutto e il Niente


questa cosa vivente


detta guidogozzano!


Resupino sull'erba


(ho detto che non voglio


raccorti, o quatrifoglio)


non penso a che mi serba


la Vita. Oh la carezza


dell'erba! Non agogno


cha la virtù del sogno:


l'inconsapevolezza.


Bimbe di mia sorella,


e voi, senza sapere


cantate al mio piacere


la sua favola bella.


Sognare! Oh quella dolce


Madama Colombina


protesa alla finestra


con tre colombe in testa!


Sognare. Oh quei tre fanti


su tre cavalli bianchi:


bianca la sella,


bianca la donzella!


Chi fu l'anima sazia


che tolse da un affresco


o da un missale il fresco


sogno di tanta grazia?


A quanti bimbi morti


passò di bocca in bocca


la bella filastrocca


signora delle sorti?


Da trecent'anni, forse,


da quattrocento e più


si canta questo canto


al gioco del cucù.


Socchiusi gli occhi, sto


supino nel trifoglio,


e vedo un quatrifoglio


che non raccoglierò.


L'aruspice mi segue


con l'occhio d'una donna...


Ancora si prosegue


il canto che m'assonna.


Colomba colombita


Madama non resiste,


discende giù seguita


da venti cameriste,


fior d'aglio e fior d'aliso,


chi tocca e chi non tocca...


La bella filastrocca


si spezza d'improvviso.


"Una farfalla!" "Dài!


Dài!" - Scendon pel sentiere


le tre bimbe leggere


come paggetti gai.


Una Vanessa Io


nera come il carbone


aleggia in larghe rote


sul prato solatio,


ed ebra par che vada.


Poi - ecco - si risolve


e ratta sulla polvere


si posa della strada.


Sandra, Simona, Pina


silenziose a lato


mettonsile in agguato


lungh'essa la cortina.


Belle come la bella


vostra mammina, come


il vostro caro nome


bimbe di mia sorella!


Or la Vanessa aperta


indugia e abbassa l'ali


volgendo le sue frali


piccole antenne all'erta.


Ma prima la Simona


avanza, ed il cappello


toglie ed il braccio snello


protende e la persona.


Poi con pupille intente


il colpo che non falla


cala sulla farfalla


rapidissimamente.


"Presa!" Ecco lo squillo


della vittoria. "Aiuto!


È tutta di velluto:


Oh datemi uno spillo!"


"Che non ti sfugga, zitta!"


S'adempie la condanna


terribile; s'affanna


la vittima trafitta.


Bellissima. D'inchiostro


l'ali, senza rintocchi,


avvivate dagli occhi


d'un favoloso mostro.


"Non vuol morire!" "Lesta!


ché soffre ed ho rimorso!


Trapassale la testa!


Ripungila sul dorso!"


Non vuol morire! Oh strazio


d'insetto! Oh mole immensa


di dolore che addensa


il Tempo nello Spazio!


A che destino ignoto


si soffre? Va dispersa


la lacrima che versa


l'Umanità nel vuoto?


Colombina colombita


Madama non resiste:


discende giù seguita


da venti cameriste...


Sognare! Il sogno allenta


la mente che prosegue:


s'adagia nelle tregue


l'anima sonnolenta,


siccome quell'antico


brahamino del Pattarsy


che per racconsolarsi


si fissa l'umbilico.


Socchiudo gli occhi, estranio


ai casi della vita;


sento fra le mie dita


la forma del mio cranio.






Verrà da sé la cosa


vera chiamata Morte:


che giova ansimar forte


per l'erta faticosa?






Trenta quaranta


tutto il Mondo canta


canta lo gallo


canta la gallina...






La Vita? Un gioco affatto


degno di vituperio,


se si mantenga intatto


un qualche desiderio.






Un desiderio? sto


supino nel trifoglio


e vedo un quatrifoglio


che non raccoglierò.

Guido Guzzano

domenica 9 gennaio 2011

EHI UOMO!!!!

 Ecco qui una bellissima poesia di Rudyard Kipling, con cui cercò di insegnare al figlio a distinguere fra il bene e il male. Credo sia una bellissima riflessione da cui trarre spunto! E Fa anche un pò EHI Uomo alla Aldo Rock....


Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".
Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E - quel che è di più - sei un Uomo, figlio mio!
Rudyard Kipling

venerdì 7 gennaio 2011

Homo faber fortunae suae

Ad un certo punto della storia umana, precisamente intorno al 1400, venne elaborata una nuova concezione della vita: l'uomo al centro dell'universo. L'essere umano venne concepito come soggetto pensante, capace di essere artefice del proprio destino, libero di scegliere e di sbagliare. Questa concezione venne definita umanesimo e uno dei supi promotori e idetatori fu Giovanni Pico della Mirandola. Questa visione dell'essere umano è stata alla base della evoluzione della civiltà occidentale, spesso però esasperata. Mi faceva piacere riproporla.




Dal De dignitate hominis

"Stabilì, dunque, il sommo Artefice, dato che non poteva dargli nulla in proprio, che avesse in comune ciò che era stato dato in particolare ai singoli. Prese pertanto l'uomo, fattura priva di un'immagine precisa e, postolo in mezzo al mondo, così parlò: «Adamo, non ti diedi una stabile dimora, né un'immagine propria, né alcuna peculiare prerogativa, perché tu devi avere e possedere secondo il tuo voto e la tua volontà quella dimora, quell'immagine, quella prerogativa che avrai scelto da te stesso. Una volta definita la natura alle restanti cose, sarà pure contenuta entro prescritte leggi. Ma tu senz'essere costretto da nessuna limitazione, potrai determinarla da te medesimo, secondo quell'arbitrio che ho posto nelle tue mani. Ti ho collocato al centro del mondo perché potessi così contemplare più comodamente tutto quanto è nel mondo. Non ti ho fatto del tutto né celeste né terreno, né mortale, né immortale perché tu possa plasmarti, libero artefice di te stesso, conforme a quel modello che ti sembrerà migliore. Potrai degenerare sino alle cose inferiori, i bruti, e potrai rigenerarti, se vuoi, sino alle creature superne, alle divine".


L'uomo è posto al centro dell'universo e coltivando i propri talenti può plasmare il proprio destino.

Non ragioniam di lor, ma guarda e passa

Spesso ci troviamo davanti a situazioni su cui resta difficile prendere una decisione.
Fermo restando che tutto è possibile e che si può sempre tornare indietro e intraprendere un nuovo percorso, decidere cosa fare è sempre meglio che non agire, piuttosto che aspettare e vedere.
Riflettendo su questa questione mi sono venuti in mente alcuni versi della Divina Commedia, li riporto qui sotto.
Buona Meditazione!

« E io ch'avea d'error la testa cinta,



dissi: "Maestro, che è quel ch'i' odo?


e che gent'è che par nel duol sì vinta?".

Ed elli a me: "Questo misero modo


tengon l'anime triste di coloro


che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.


Mischiate sono a quel cattivo coro


de li angeli che non furon ribelli


né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.


Caccianli i ciel per non esser men belli,


né lo profondo inferno li riceve,


ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli".


E io: "Maestro, che è tanto greve


a lor che lamentar li fa sì forte?".


Rispuose: "Dicerolti molto breve.


Questi non hanno speranza di morte,


e la lor cieca vita è tanto bassa,


che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.


Fama di loro il mondo esser non lassa;


misericordia e giustizia li sdegna:


non ragioniam di lor, ma guarda e passa". »

(Dante Alighieri, Inferno III, 31-51)

giovedì 6 gennaio 2011

Trovarsi qui a maggio, qual dolce momento!

Ecco a voi una poesia tratta dallo Hobbit, di J.R.R. Tolkien
Per me ha un significato speciale e ho voglia di ricordarne i versi...


Cantate gioiosi, unitevi in cori!
Il vento sussurra tra alberi e fiori,
già sboccian le stelle, la luna è fiorente, 
la Notte dischiude la torre lucente!


Ballate riuniti! Ballate ben lieti!
Il piede è una piuma, son l'erbe tappeti!
Son l'ombre svanite, il fiume è d'argento.
trovarsi qui a Maggio, qual dolce momento!


Cantiam sottovoce, e un sogno lo colga!
Cullato dal sonno lasciam che l'avvolga.
Il nomade dorme su un letto silvano,
dormite anche voi o Salice, o Ontano!


All'alba nascente sospira tu, Pino!
Tu Luna tramonta! Il buio si faccia!
Silenzio tu, Quercia! Tu Frassino, Spino!
Finché non vien l'alba il fiume si taccia! 

mercoledì 5 gennaio 2011

Invictus

Dal profondo della notte che mi avvolge,

buia come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro,

ringrazio qualunque dio esista

per l'indomabile anima mia.

Nella feroce morsa delle circostanze

non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia.

Sotto i colpi d'ascia della sorte

il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e lacrime

incombe solo l'Orrore delle ombre,

eppure la minaccia degli anni

mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto sia stretta la porta,

quanto piena di castighi la vita.

Io sono il padrone del mio destino:

io sono il capitano della mia anima.


martedì 4 gennaio 2011

Riflettendo sulle vie per essere felice, mi sono imbattuta in Seneca

Il Caro, buon, vecchio Seneca, anche a distanza di anni, mi regala sempre perle di saggezza e mi aiuta a riflettere. Tante volte ci affanniamo in mille se e ma, alla ricerca della giusta ricetta del vivere, quando gli antichi avevano già risolto quasi tutti gli enigmi.
Seneca propone una atarassia positiva: le passioni fanno parte della vita e vanno sapute accettate tutte.
Riporto qui un passo tratto dalla Tranquillità dell'anima, capitolo XV:

“Ma non serve a nulla aver eliminato le cause della tristezza personale, perché talvolta ci assale l'odio per il genere umano quando vediamo il numero enorme di delitti rimasti impuniti. Se pensiamo quanto sia rara l'onestà, la rettitudine quasi sconosciuta, la lealtà inesistente (se non quando porta un vantaggio). […] Merita maggior riconoscenza chi ride rispetto a chi piange sul genere umano; quello infatti gli lascerà ancora qualche speranza”.

Accettare tutto e non prendersi troppo sul serio. Capire che le cose non giuste fanno parte della vita e che si può col proprio contributo cambiare le cose. Applicare tutto questo è molto difficile, ma provare è meglio di niente.....

Lisa