sabato 21 luglio 2007

La storia di Miriam e Laila....


Mille splendidi soli

Fresca di lettura arrivo a parlarvi di questo bellissimo libro, scritto da Khaled Hosseini. La storia è molto triste e toccante, ha come protagoniste due donne Miriam e Laila, a cui il destino riserva una vita difficile, in un paese dove per le donne non è stato facile vivere in passato e non lo è tutt'ora. Ma l'altro protagonista è l'Afganistan: l'autore ripercorre la sua storia attraverso le vicende di Laila e Miriam, ne ricostruisce i drammi, la distruzione e la speranza. Soprattutto l'attenzione è incentrata su Kabul, che viene magicamente descritta nei giorni prima delle innumerevoli distruzioni che l'hanno coinvolta. Per poter descrivere questa città l'autore rievoca i versi di una poesia, di Saib-e-Tabrizi, poeta persiano del XVII secolo, da cui poi è tratto il titolo del libro.....

non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che brillano dietro i suoi muri...

Il libro è insomma una splendida finestra su un mondo, un paese lontano, che l'occidente vede per lo più solo come un covo di terroristi, o luogo di vita di poveri ignoranti. Non è così, si mettono alla luce tante cose: la cultura, le speranze, le tradizioni religiose. Le figure maschili del libro sono poi varie, positive e non, ma reali e rappresentanti di una realtà che non è tutta estremismo.

Non voglio svelare i dettagli della trama, perché questo è un libro da leggere tutto d'un fiato, gustando amarezza e speranze, con colpi di scena inaspettati...e soprattutto perché le emozioni e le storie di vita narrate non meritano di essere riassunte in poche parole.

Riporto comunque alcuni passi.

Chiuse gli occhi e si concentrò. Con il trascorrere del tempo a poco a poco si sarebbe stancata di quell'esercizio. Avrebbe trovato sempre più estenuante quel suo rispolverare i ricordi, risuscitare ciò che ormai era moro da tempo. Sarebbe arrivato il giorno per cui non avrebbe più sofferto per quella perdita. [...] La sua mancanza non le sarebbe più pesata come ora, perché ora, il dolore della sua assenza non le dava più tregua”.
( tratto da Mille spendidi soli, di Khaled Hosseini, ed. Piemme, giugno 2007, pag. 196).


Mariam non avrebbe saputo dire quante volte la cinghia avesse colpito Laila, quante parole di implorazione lei stessa avesse gridato, quante volte avesse schivato il groviglio di visi, di braccia, di scudisciate, prima di vedere delle mani che si aggrappavano al viso di Rashid, gli strappavano i capelli, unghie scheggiate che affondavano le mani nelle sue mascelle e gli graffiano la fronte. Quanto tempo fosse passato prima che si rendesse conto con costernazione, ma anche con sollievo, che quelle dita erano sue”.
( tratto da Mille spendidi soli, di Khaled Hosseini, ed. Piemme, giugno 2007, pag. 361).

A Laila sembrava strano ritrovarsi di nuovo a Kabul. La città è cambiata. Ogni giorno vede gente che mette a dimora nuove pianticelle, ridipinge le vecchie case, porta mattoni per costruirne di nuove. Si scavano canaletti di scolo e pozzi. Sui davanzali Laila vede fiori interrati in vasi ricavati dai gusci vuoti dei razzi dei mujahidin – i Fiori dei Razzi li chiamano gli abitanti di Kabul”.
( tratto da Mille spendidi soli, di Khaled Hosseini, ed. Piemme, giugno 2007, pag. 424).
Spero di avervi invogliato almeno un po' a leggere questo libro, per poter conoscere una bellissima storia, e poter arrivare ad affezionarsi un po' ad un paese troppo disgraziato, ma meraviglioso allo stesso tempo.

Lisa

1 commento:

Le chaton gris ha detto...

Questo libro è splendido! Mi ha profondamente commossa! Grazie per aver condiviso questo post.
Liz