martedì 16 dicembre 2008

Le Porte di Roma

Ho appena finito di leggere un travolgente romanzo storico di Conn Iggulden. Narra della vita di Giulio Cesare, in particolare della sua infanzia e giovane età post-adolescenziale, si intitola Le porte di Roma. All'inizio sembra una bella favola, la vita tra i campi, in una casa romana di campagna, di un giovane rampollo romano, insieme all'amico. Poi entrano in gioco le sommosse degli schiavi, gli intrighi politici e il gioco di forza tra due grandi personaggi storici. E sullo sfondo la vita di Caio, il giovane Cesare che diventa uomo e prende il nome di Giulio, appunto.
Mi piace l'atmosfera che si riesce a ricreare: sembra di essere proprio lì, a Roma, e di rivere gli anni passati di una civiltà antica.

Riporto qui un breve passo, l'incitamento di soldato a combattere: passione......

"Sono un soldato di Roma. La sola cosa che abbia mai voluto era prestare servizio e in vecchiaia ritirarmi con un pezzetto di terra. Non volevo perdere la vita in un paese straniero ed essere dimenticato. Ma quando mi sono trovato agli ordini di un uomo che per me era più di un padre e l'ho visto morire e ho udito le sue parole, ho pensato: Orso, amico mio, forse è questo il punto d'arrivo. E forse, dopotutto è sufficiente. Qualcuno di voi pensa di voler vivere per sempre? Che siano altri a piantare cavoli e ad avvizzire al sole. Io voglio morire come un soldato, per le strade della città che amo, difendendola. [...] C'e una verità che conosco. Poche cose sono più preziose dei sogni o delle mogli, dei piaceri della carne o perfino dei figli. Ma alcune lo sono, ed è questa la consapevolezza a fare di noi degli uomini. La vita non è che un breve, caldo giorno di sole fra due lunghe notti. Si fa buio per tutti, anche per coloro che lottano e fingono di poter restare per sempre giovani e forti. [...] Andiamocene finchè la luce è ancora vivida e il giorno splendente".

Bellissimo, non vedo lora di leggere il seguito....chissà se Babbo Natale me lo porterà in Regalo!!!

Lisa

martedì 18 novembre 2008

Così è se vi pare

Dunque io non sono una grandissima fan di Pirandello, ma c'è da dire, che tra tutte le sue opere studiate o semplicemente lette, questa è sempre stata quella che più mi è rimasta in mente.
Ultimamente mi è capitato di riscoprirne il senso e si riapprezzarne quindi il contenuto.
In senso lato, infatti, il caro Luigi ci spiega come sia impossibile conoscere la realtà e come tutte le persone che ci circondano siano maschere riflettenti ciò che noi vediamo in loro.
L'opera teatrale in questione, Così è se vi pare, narra infatti un fantistico equivoco, lasciato volutamente irrisolto, di una suocera e un marito che pensano diversamente la rispettiva figlia e moglie.............non voglio tediarvi con l'intrigo, se vorrete starà a voi approfondire la questione..............
Il punto su cui voglio soffermarmi riguarda una delle frasi chiave della commedia.
Quando la diretta alla presunta moglie e-0 figlia viene chiesto chi sia lei in realtà, risponde:

"Nossignori. Per me, io sono colei che mi si crede"

Sicuramente alla fine si resta con l'amaro in bocca, eppure il buon Luigi aveva ragione, non è importante ciò che siamo, ma ciò che gli altri vedono in noi, e conseguentemente siamo ciò che diventiamo agli occhi di tutti!!!! Così è, se vi pare.................

martedì 4 novembre 2008

Lucca Comics, il must del fantastico tra le nuvolette!!!


Anche quest'anno si è svolta una manifestazione imperdibile per gli appassionati del mondo magico-fantastico. Sto parlando del Lucca-Comics, che quest'anno comprendeva i giorni dal 30 Ottobre al 2 Novembre, ed era dedicata ai robottoni! Io ci sono andata il 2, nella super giornata conclusiva.
Che dire? Passeggiando tra i vicoletti di Lucca gli ignari turisti crucchi & Co hanno trovato una bella sorpresa, oltre al festival di Puccini, infatti, li attendevano un mucchio di nerd, vestiti nei modi più impensabili, alla ricerca di quel fumetto, o di quel video-gioco o miniatura speciale per la propria collezione. C'era gente vestita da tutti i tipi, io ero una fatina.....I costumi in tema che hanno primegiatto, però, erano quelli su Naruto, comitive e non, tutti vestiti dai ningia del cartone animato. C'erano i sayan inoltre, le fatine della bella addormentata, gente dark con crocioni addosso o in spalla(che non so cosa rappresentassero), Jack Sparrow, Harry Potter, ed altri ancora. Il tutto ha contribuito a creare uan atmosfera magica ed esilarante. Ed in mezzo a tutta quella gente ti rendi conto che non sei la sola a condividere queste belle passioni, e la cosa fa molto piacere!

Tra le segnalazioni ricordo un fumettista italiano, che mediante una trasposizione sarcastica, contribuisce a diffondere la cultura a modo suo, parlo dei fumetti di Marcello Toninelli, pubblicati da Fumo di China, di cui ho acquistato i primi 4 numeri sull'Iliade!!! I personaggi di Marcello sono molti, il buon Dante, che se ne va a giro con Virgilio per l'Inferno che urla a tutti di farlo passare ma nessuno che capisce il senso delle sue parole; Omero che va a chiedere la licenza alla Musa per poter scrivere la sua opera. Enea ed i personaggi di Star Wars, tra cui la Principessa Leila-leila-laà la-là, ed altri ancora.
Un buona lettura divertente da non perdere!!!




domenica 26 ottobre 2008

I lamantini, gli orsacchiotti del mare...


Forse perchè sono grandi ma dolci, forse perchè sono lenti e coccolosi, forse perchè sono tondi, ma agilissimi nel loro elemento, forse perchè mi ricordano una persona che amo, e da loro, pazienemente, prende uno dei suoi soprannomi, forse è per tutte queste ragioni che sono il mio animale preferito......sto parlando dei Lamantini.
Sono  mammiferi dell'ordine dei Sinereidi, sono molto grandi, possono pesare anche fino a 1600 kg, Sono vegetariani e brucano l'erba dell'acqua, e per questo hanno un muso tutto rugoso, e fosse, come certi cani per intendersi, ed è questa la cosa che mi piace di più di loro...
Tra le tante cose che desidero nella vita è quello di vederne uno, ma non in freddo acquario, ma dove vivono, tra gli estuari dei fiumi........

Ciao amici coccolosi e buoni!!!!

Lisa

domenica 19 ottobre 2008

La solitudine tra le scale

Come mai quando siamo soli vogliamo la compagnia e quando siamo in compagnia vorremmo la solitudine? E' una supercazzola solo al femminile o qualcosa che riguarda il genere umano come specie? Si della serie che la nostra vita è come un pendolo che oscilla tra il desiderio e la noia....
Riflettendo su questo strano stato mentale, mi sono tornati in mente alcuni versi di una poesia di Montale, facevano così:

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
ed ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.......

sabato 4 ottobre 2008

La storia della Steppa

Ho letto un nuovo libro, molto avvinvente!!!
Un romanzo storico di un bravissimo autore!!!!!!
E' di Conn Iggulden: Il figlio della Steppa!!!
All'inizio non ero molto presa, ma se gli date un po' tempo e vi conquistera'.
Qui vi riporto un passo
"Le donne della tribu' levarono voci piangenti al padre celeste, per annunciargli che un grande uomo delle pianure era trapassato. I figli di Yesugei si riunirono per dare l'ultimo saluto al padre. All'alba lo avrebbero avvolto in un drappo bianco e lo avrebbero portato in cima ad una collina perche' la sua nuda carne venisse presa dai falchi e dagli avvoltoi, perche' arrivasse agli spiriti. Le braccia che avevano insegnato loro a tendere l'arco, il viso forte, tutto di lui sarebbe stato legato alla terra, come lo erano loro. ........."

giovedì 18 settembre 2008

Nuova lettura fantasi da segnare nella mia lista

Carissimi devo aggiornarmi su una delle mie ultime letture fantasy; si tratta del libro di Licia Troisi "Le Cronache del mondo emerso". Una bella trilogia italiana. Dunque.... nel libro ci sono tanti spunti e novità interessanti, anche se tutto sommato sembra molto ispirato al mondo fantastico dei videogiochi, molto dark-fantasi quindi. Il primo libro è quello che mi è piaciuto di più, più innovativo e particolare, per gli altri c'è da dire che la trama è buona e avvincente, mentre alcune scene, soluzioni, etc, sono un pò scontate. Soprattuto nel terzo libro, dove i due protagonisti fanno a cercare una cosa preziosa nelle terre del nemico per ucciderlo......molto Tolkien-Il ritorno del re. Per altri versi c'è da dire che a volte sembra di leggere più un romanzo che un fantasy e credo che questo sia la pecca più grande del libro. Comunque in linea generale mi è piaciuto anche se la fine è un pò tirata via. La cosa più importante è che è stato dato un contributo al fantasy, una nuova storia e un nuovo mondo da aprire a proprio piacimento e per questo credo che si debba rendere merito alla signorina scrittrice in questione, nonchè amante e studiosa delle stelle.
Un bel 7 quindi!!!!!!

Lisa

mercoledì 21 maggio 2008

Trailer libro Licia Troisi : la ragazza Drago

Segnalo a tutti i lettori fantasi che è uscito un nuovo libro: La ragazza Drago di Licia Troisi. Io ancora non l'ho letto, ma si mi risulta essere interessante: a voi il trailer del libro, fatto secondo me molto bene da un certo Lisandro

martedì 6 maggio 2008

Convection Star Wars 2008, Cesenatico, Yavin 4


Quando mi hanno proposto di andare alla Convection di Star wars, tenutesi il fine settimana del I maggio, devo confesssare che ero abbastanza scettica. Pensavo che, sì a me i film e il fantascentifico piacciono un sacco, ma da qui e andare a un raduno di fissati ce ne passava. E invece ho dovuto ricredermi. Infatti l'atmosefera della convection era quella di condividere certe passioni assieme a persone che si sapeva avrebbero capito.
Dibattito sul futuro del fantasceintifico, conferenza stampa con  attore che faceva ciubecca, letture libere tratte  dai libri di Harry Potter e di Tolkien la sera a lume di candela, sfilata in costume, battaglie recitate, stand e bancherelle.
Insomma una figata numero 1.


domenica 9 marzo 2008

Pesepolis

Un film molto 8 marzo.............molto bello.......ma anche molto da amaro in bocca.......................da non perdere......!!!!!

Il tutto dal il primo fumetto iraniano mai realizzato, e nasce dalle matite di Marjane Satrapi nel 2000. L'opera viene pubblicata per la prima volta in Francia proprio nel 2000


mercoledì 13 febbraio 2008

Ettore e Andromaca

"Come deserta Ettòr vide la stanza,
arrestossi alla soglia, ed all'ancelle
vòlto il parlar: Porgete il vero, ei disse;
Andromaca dov'è? Forse alle case
di qualcheduna delle sue congiunte,
o di Palla recossi ai santi altari
a placar colle troïche matrone
la terribile Dea? - No, gli rispose
la guardïana, e poiché brami il vero,
il vero parlerò. Né alle cognate
ella n'andò, né di Minerva all'are,
ma d'Ilio alla gran torre. Udito avendo
dell'inimico un furïoso assalto
e de' Teucri la rotta, la meschina
corre verso le mura a simiglianza
di forsennata, e la fedel nutrice
col pargoletto in braccio l'acccompagna.
Finito non avea queste parole
la guardïana, che veloce Ettorre
dalle soglie si spicca, e ripetendo
il già corso sentier, fende diritto
del grand'Ilio le piazze: ed alle Scee,
onde al campo è l'uscita, ecco d'incontro
Andromaca venirgli, illustre germe
d'Eezïone, abitator dell'alta
Ipoplaco selvosa, e de' Cilìci
dominator nell'ipoplacia Tebe.
Ei ricca di gran dote al grande Ettorre
diede a sposa costei ch'ivi allor corse
ad incontrarlo; e seco iva l'ancella
tra le braccia portando il pargoletto
unico figlio dell'eroe troiano,
bambin leggiadro come stella. Il padre
Scamandrio lo nomava, il vulgo tutto
Astïanatte, perché il padre ei solo
era dell'alta Troia il difensore.
Sorrise Ettorre nel vederlo, e tacque.
Ma di gran pianto Andromaca bagnata
accostossi al marito, e per la mano
strignendolo, e per nome in dolce suono
chiamandolo, proruppe: Oh troppo ardito!
il tuo valor ti perderà: nessuna
pietà del figlio né di me tu senti,
crudel, di me che vedova infelice
rimarrommi tra poco, perché tutti
di conserto gli Achei contro te solo
si scaglieranno a trucidarti intesi;
e a me fia meglio allor, se mi sei tolto,
l'andar sotterra. Di te priva, ahi lassa!
ch'altro mi resta che perpetuo pianto?
Orba del padre io sono e della madre.
M'uccise il padre lo spietato Achille
il dì che de' Cilìci egli l'eccelsa
popolosa città Tebe distrusse:
m'uccise, io dico, Eezïon quel crudo;
ma dispogliarlo non osò, compreso
da divino terror. Quindi con tutte
l'armi sul rogo il corpo ne compose,
e un tumulo gli alzò cui di frondosi
olmi le figlie dell'Egìoco Giove
l'Oreadi pietose incoronaro.
Di ben sette fratelli iva superba
la mia casa. Di questi in un sol giorno
lo stesso figlio della Dea sospinse
l'anime a Pluto, e li trafisse in mezzo
alle mugghianti mandre ed alle gregge.
Della boscosa Ipoplaco reina
mi rimanea la madre. Il vincitore
coll'altre prede qua l'addusse, e poscia
per largo prezzo in libertà la pose.
Ma questa pure, ahimè! nelle paterne
stanze lo stral d'Artèmide trafisse.
Or mi resti tu solo, Ettore caro,
tu padre mio, tu madre, tu fratello,
tu florido marito. Abbi deh! dunque
di me pietade, e qui rimanti meco
a questa torre, né voler che sia
vedova la consorte, orfano il figlio.
Al caprifico i tuoi guerrieri aduna,
ove il nemico alla città scoperse
più agevole salita e più spedito
lo scalar delle mura. O che agli Achei
abbia mostro quel varco un indovino,
o che spinti ve gli abbia il proprio ardire,
questo ti basti che i più forti quivi
già fêr tre volte di valor periglio,
ambo gli Aiaci, ambo gli Atridi, e il chiaro
sire di Creta ed il fatal Tidìde.
Dolce consorte, le rispose Ettorre,
ciò tutto che dicesti a me pur anco
ange il pensier; ma de' Troiani io temo
fortemente lo spregio, e dell'altere
Troiane donne, se guerrier codardo
mi tenessi in disparte, e della pugna
evitassi i cimenti. Ah nol consente,
no, questo cor. Da lungo tempo appresi
ad esser forte, ed a volar tra' primi
negli acerbi conflitti alla tutela
della paterna gloria e della mia.
Giorno verrà, presago il cor mel dice,
verrà giorno che il sacro iliaco muro
e Priamo e tutta la sua gente cada.
Ma né de' Teucri il rio dolor, né quello
d'Ecuba stessa, né del padre antico,
né de' fratei, che molti e valorosi
sotto il ferro nemico nella polve
cadran distesi, non mi accora, o donna,
sì di questi il dolor, quanto il crudele
tuo destino, se fia che qualche Acheo,
del sangue ancor de' tuoi lordo l'usbergo,
lagrimosa ti tragga in servitude.
Misera! in Argo all'insolente cenno
d'una straniera tesserai le tele.
Dal fonte di Messìde o d'Iperèa,
(ben repugnante, ma dal fato astretta)
alla superba recherai le linfe;
e vedendo talun piovere il pianto
dal tuo ciglio, dirà: Quella è d'Ettorre
l'alta consorte, di quel prode Ettorre
che fra' troiani eroi di generosi
cavalli agitatori era il primiero,
quando intorno a Ilïon si combattea.
Così dirassi da qualcuno; e allora
tu di nuovo dolor l'alma trafitta
più viva in petto sentirai la brama
di tal marito a scior le tue catene.
Ma pria morto la terra mi ricopra,
ch'io di te schiava i lai pietosi intenda.
Così detto, distese al caro figlio
l'aperte braccia. Acuto mise un grido
il bambinello, e declinato il volto,
tutto il nascose alla nudrice in seno,
dalle fiere atterrito armi paterne,
e dal cimiero che di chiome equine
alto su l'elmo orribilmente ondeggia.
Sorrise il genitor, sorrise anch'ella
la veneranda madre; e dalla fronte
l'intenerito eroe tosto si tolse
l'elmo, e raggiante sul terren lo pose.
Indi baciato con immenso affetto,
e dolcemente tra le mani alquanto
palleggiato l'infante, alzollo al cielo,
e supplice sclamò: Giove pietoso
e voi tutti, o Celesti, ah concedete
che di me degno un dì questo mio figlio
sia splendor della patria, e de' Troiani
forte e possente regnator. Deh fate
che il veggendo tornar dalla battaglia
dell'armi onusto de' nemici uccisi,
dica talun: Non fu sì forte il padre:
E il cor materno nell'udirlo esulti.
Così dicendo, in braccio alla diletta
sposa egli cesse il pargoletto; ed ella
con un misto di pianti almo sorriso
lo si raccolse all'odoroso seno.
Di secreta pietà l'alma percosso
riguardolla il marito, e colla mano
accarezzando la dolente: Oh! disse,
diletta mia, ti prego; oltre misura
non attristarti a mia cagion. Nessuno,
se il mio punto fatal non giunse ancora,
spingerammi a Pluton: ma nullo al mondo,
sia vil, sia forte, si sottragge al fato.
Or ti rincasa, e a' tuoi lavori intendi,
alla spola, al pennecchio, e delle ancelle
veglia su l'opre; e a noi, quanti nascemmo
fra le dardanie mura, a me primiero
lascia i doveri dell'acerba guerra.
Raccolse al terminar di questi accenti
l'elmo dal suolo il generoso Ettorre,
e muta alla magion la via riprese
l'amata donna, riguardando indietro,
e amaramente lagrimando. Giunta
agli ettorei palagi, ivi raccolte
trovò le ancelle, e le commosse al pianto.
Ploravan tutte l'ancor vivo Ettorre
nella casa d'Ettòr le dolorose,
rivederlo più mai non si sperando
reduce dalla pugna, e dalle fiere
mani scampato de' robusti Achei".

Iliade, Omero, libro VI.

Dentro lo spitito di Euterpe

L'IDEALE DELL'OTIUM LETTERARIO..........................

Dimmi, o padre, quanto valuti tu questi beni che sono alla portata di tutti: vivere come vuoi, andare dove vuoi, stare dove vuoi, riposare di primavera sopra un giaciglio di fiori purpurei, d'autunno tra mucchi di foglie cadute; ingannare l'inverno con lo starsene al sole, l'estate con l'ombra e non sentire ne l'una ne l'altra stagione se non fin dove tu vuoi? Ma in ogni stagione essere padrone di te, e, dovunque ti trovi, vivere con tè stesso, lontano dai mali, lontano dall'esempio dei cattivi, senza essere spinto, urtato, influenzato, incalzato; senza essere trascinato a un banchetto mentre preferiresti aver fame, costretto a parlare mentre brameresti star zitto, o salutato in un momento inopportuno, o afferrato e trattenuto agli angoli delle strade e, secondo i dettami di un'educazione grossolana e sciocca, messo tutto il giorno in berlina a osservare chi ti passa dinanzi: chi ti guarda ammirandoti come una rarità, chi arresta il passo quando t'incontra, chi curvandosi si accosta al compagno e gli sussurra non so che nell'orecchio sommessamente, oppure chiede di te a quelli in cui s'imbatte; chi ti spinge tra la folla dandoti fastidio, o ti cede il passo dandoti ancor più fastidio; chi ti porge la mano, chi se la porta al capo; chi si appresta a farti un lungo discorso quando c'è poco tempo, chi ammicca senza parlare e passa avanti stringendo le labbra. Quanto valuti, infine, non invecchiare tra i fastidi, non premere sempre ed esser premuto fra uno stuolo di salutatori, non aver mozzo il respiro, ne sudare in pieno inverno colpito da tristi esalazioni; non disimparare l'umanità in mezzo agli uomini e, infastidito, prendere in odio ogni cosa, gli uomini, gli affari, coloro che ami, te stesso? Non dimenticare le cose che ti stanno a cuore per dedicarti a molte che non ti fanno piacere? [...]
Frattanto, stare come in un posto di vedetta, osservando ai tuoi piedi le vicende e gli affanni degli uomini, e vedere ogni cosa - e particolarmente te stesso - passare con tutto l'universo; e non dover sopportare le molestie di una vecchiaia furtivamente insinuantesi, prima di averne sospettato l'appressarsi (questo accade a tutte le persone indaffarate), ma vederla molto tempo prima, e prepararle un corpo sano e un animo sereno. Sapere che questa non è la vita, ma l'ombra della vita; un albergo, non una casa; una strada, non la patria; una palestra, non una stanza. Non amare ciò che è transitorio e desiderare ciò che rimane: ma finché quello ci è accanto, sopportarlo in pace. Ricordar sempre di essere mortali, cui tuttavia è stata assicurata l'immortalità. Far andare indietro la memoria, vagabondare con l'animo per tutti i tempi, per tutti i luoghi; fermarsi qua e là, e parlare con tutti quelli che furono uomini illustri; dimenticare così gli autori di tutti i mali che ci sono accanto, talvolta anche noi stessi, e spinger l'animo tra le cose celesti, innalzandolo al di sopra di sé; meditare su ciò che lì accade, accendere con la meditazione il desiderio, ed esortare per converso te stesso, accostando al tuo cuore già in fiamme le fiaccole, per così dire, delle parole ardenti.
È questo un frutto — e non è l'ultimo - della vita solitaria: chi non l'ha gustato non l'intende. Frattanto - per non tacere di occupazioni più comuni - dedicarsi alla lettura e alla scrittura, alternando l'una come riposo dell'altra, leggere ciò che scrissero gli antichi, scrivere ciò che leggeranno i posteri, a questi almeno, se a quelli non possiamo, mostrare la gratitudine dell'animo nostro per il dono delle lettere ricevuto dagli antichi; e verso gli antichi stessi non essere ingrati nei limiti che ci sono consentiti, ma render noti i loro nomi se sconosciuti, farli ritornare in onore se caduti in dimenticanza, trarli fuori dalle macerie del tempo, tramandarli alle generazioni dei pronipoti come degni di rispetto, averli nel cuore, averli sulle labbra come una dolce cosa; in tutti i modi insomma, amandoli, ricordandoli, esaltandoli, render loro un tributo di riconoscenza, se non proporzionato, certo dovuto ai loro meriti.
(tratto dal I libro del de vita solitaria)
Francesco Petrarca

sabato 19 gennaio 2008

In menoria di un grande uomo

Accadeva qualche decennio fa che un grande uomo abbia parlato di uguaglianza e abbia lottato per ottenerla........
Ecco un contributo alla sua memoria:

giovedì 10 gennaio 2008

Alla fine del numero 7

Allora cari amici harripotteriani, come state? Avete letto l'ultimo libro della saga?
Io sì! ne sono stata letteralmente stregata per due giorni, non ho fatto altro! Dunque che dire? Allora per amor di chi ancora non lo ha letto non dirò nulla sulla trama, e non è facile!
Sono rimasta contenta, perchè la storia finisce bene ( anche se sembra di no per un pò), perchè c'è uno spiraglio che quel mondo lì non muoia..........Il libro è pieno di colpi di scena, un capitolo dopo l'altro.........tutto un andare qui e là e fare questo e sappare da lì....etc etc. C'è una bella evoluzione dei personaggi, gli insicuri prendono coraggio, i coraggiosi emergono, il buono ha i suoi lati bui, i cattivi sono cattivi, ma non proprio tutti! Il bello di tutto è che anche se sono in lotta col male, e la gente muore come pere cotte ( a proposito ci sono delle morti davvero tristi), cmq c'è speranza, la gente ama, si sposa, fa i figli, vuole bene, lotta etc...........
A tutti gli anti-potteriani dico: ma lo avete mai letto? A i clericali contro harry dico: non ci capite nulla, è una storiella, ok, ma scritta bene, un mondo bello, ed è tutta una riflessione sull'importanza di volere bene e fidarsi degli altri........e di come c'è sempre una scelta!
buona lettura a tutti!

martedì 8 gennaio 2008

Dolcezza tra i ghiacci

Questo "film" è uscito qualche tempo fa...... ma ultimamente mi è capitato di riesentire la colonna sonora....e allora volevo ricordarvelo..........Il film più che un film è un documentario e fa vedere come si svolge la vita del pinguino imperatore..........la vita nel senso di come fanno a nutrirsi, di come si amano e hanno bambini ecco......sono buffissimi, ma anche dolcissimi!!!! Si tengono stretti e stretti nel freddo, fanno una lunga marcia per trovare un posto sicuro e per il cibo......................usa storia bellissima made "in natura"
E il tutti accompagnato da una bellissima colonna sonora.....eletrronica, ma formidabile!!!
Sto parlando della marcia dei pinguini: