giovedì 23 febbraio 2012

LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL’OCEANO

Regia: Giuseppe Tornatore
Anno: 1998
Nazione: Italia
Durata: 170  Min


 “Tu pensa a un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu lo sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quegli 88 tasti la musica che puoi fare è infinita. Questo a me piace. In questo posso vivere. Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai... Quella tastiera è infinita.
Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. Ti sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio. […] La terra... è una nave troppo grande per me. È una donna troppo bella. È un viaggio troppo lungo. È un profumo troppo forte. È una musica che non so suonare. Non scenderò dalla nave. Al massimo, posso scendere dalla mia vita. In fin dei conti, io non esisto nemmeno”.
È con queste parole che Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il singolare protagonista del film,  tratto dal romanzo di Alessandro Baricco NOVECENTO, descrive la propria visione della vita. Lui è nato sul transatlantico Virginian, ritrovato abbandonato in una cassetta di limoni da Danny Boodman, un macchinista nero; l’uomo si affeziona fin da subito al piccolo e ne diventa in pratica il padre adottivo. Novecento cresce sulla nave, amato da tutti e vi resta, in modo clandestino, anche dopo la morte del padre, diventando un pianista di eccezionale ed esuberante bravura. Passa la sua vita accompagnando con la sua  musica sia facoltosi viaggiatori, sia  poveri migranti.
 “Il mondo magari non l'aveva visto mai, ma erano quasi trent'anni che il mondo passava su quella nave. Ed erano quasi trent'anni che lui su quella nave lo spiava. E gli rubava l'anima”. Così lo descrive Max Tooney, personaggio co-pratogonista, trombettista e voce narrante della storia.
Il film è una bellissima allegoria della vita, dell’eterno viaggiare dell’uomo  in cerca di qualcosa di migliore. Allo stesso tempo è un tributo alla musica:  ogni scena è misurata sulle note del pianoforte di Novecento, sulla tromba Max Tooney e della band che li accompagna con i ritmi e le melodie degli anni ’20. La colonna sonora del film, composta dal magistrale Ennio Morricone, è veramente straordinaria, un vero tributo alla musica jazz: anche se composta a tavolino per il film, sembra in realtà frutto di improvvisazione poliritmica,  originata dal mare stesso che vediamo costantemente sullo sfondo:  note swing e  note  blues in equilibrio.
In merito alla trama del film non intendo svelare niente di più, perché credo sia un piacere da assaporare con tranquillità vedendo il film stesso e, se ascoltando alcune note e melodie rimarrete allibiti, perché non riconoscerete il tipo di musica, sappiate che  “Quando non sai cos'è, allora è jazz!”. 

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