giovedì 13 gennaio 2011

Socchiudo gli occhi, estranio ai casi della vita.............

Riporto qui  di seguito il testo di una poesia che ho amato tanto, di un poeta che mi ha accompagnato in tempi passati, trattasi di Guido Guzzano. Per le sue poesie ho quasi rischiato un linciaggio dalla biblioteca comunale, per aver tenuto un libro, qualche mese in più del dovuto.
Buona lettura

La via del rifugio



Trenta quaranta,


tutto il Mondo canta


canta lo gallo


risponde la gallina...

Socchiusi gli occhi, sto


supino nel trifoglio,


e vedo un quatrifoglio


che non raccoglierò.


Madama Colombina


s'affaccia alla finestra


con tre colombe in testa:


passan tre fanti...


Belle come la bella


vostra mammina, come


il vostro caro nome,


bimbe di mia sorella!


...su tre cavalli bianchi:


bianca la sella


bianca la donzella


bianco il palafreno...


Ne fare il giro a tondo


estraggono le sorti.


(I bei capelli corti


come caschetto biondo


rifulgono nel sole.)


Estraggono a chi tocca


la sorte, in filastrocca


segnado le parole.


Socchiudo gli occhi, estranio


ai casi della vita.


Sento fra le mie dita


la forma del mio cranio...


Ma dunque esisto! O Strano!


vive tra il Tutto e il Niente


questa cosa vivente


detta guidogozzano!


Resupino sull'erba


(ho detto che non voglio


raccorti, o quatrifoglio)


non penso a che mi serba


la Vita. Oh la carezza


dell'erba! Non agogno


cha la virtù del sogno:


l'inconsapevolezza.


Bimbe di mia sorella,


e voi, senza sapere


cantate al mio piacere


la sua favola bella.


Sognare! Oh quella dolce


Madama Colombina


protesa alla finestra


con tre colombe in testa!


Sognare. Oh quei tre fanti


su tre cavalli bianchi:


bianca la sella,


bianca la donzella!


Chi fu l'anima sazia


che tolse da un affresco


o da un missale il fresco


sogno di tanta grazia?


A quanti bimbi morti


passò di bocca in bocca


la bella filastrocca


signora delle sorti?


Da trecent'anni, forse,


da quattrocento e più


si canta questo canto


al gioco del cucù.


Socchiusi gli occhi, sto


supino nel trifoglio,


e vedo un quatrifoglio


che non raccoglierò.


L'aruspice mi segue


con l'occhio d'una donna...


Ancora si prosegue


il canto che m'assonna.


Colomba colombita


Madama non resiste,


discende giù seguita


da venti cameriste,


fior d'aglio e fior d'aliso,


chi tocca e chi non tocca...


La bella filastrocca


si spezza d'improvviso.


"Una farfalla!" "Dài!


Dài!" - Scendon pel sentiere


le tre bimbe leggere


come paggetti gai.


Una Vanessa Io


nera come il carbone


aleggia in larghe rote


sul prato solatio,


ed ebra par che vada.


Poi - ecco - si risolve


e ratta sulla polvere


si posa della strada.


Sandra, Simona, Pina


silenziose a lato


mettonsile in agguato


lungh'essa la cortina.


Belle come la bella


vostra mammina, come


il vostro caro nome


bimbe di mia sorella!


Or la Vanessa aperta


indugia e abbassa l'ali


volgendo le sue frali


piccole antenne all'erta.


Ma prima la Simona


avanza, ed il cappello


toglie ed il braccio snello


protende e la persona.


Poi con pupille intente


il colpo che non falla


cala sulla farfalla


rapidissimamente.


"Presa!" Ecco lo squillo


della vittoria. "Aiuto!


È tutta di velluto:


Oh datemi uno spillo!"


"Che non ti sfugga, zitta!"


S'adempie la condanna


terribile; s'affanna


la vittima trafitta.


Bellissima. D'inchiostro


l'ali, senza rintocchi,


avvivate dagli occhi


d'un favoloso mostro.


"Non vuol morire!" "Lesta!


ché soffre ed ho rimorso!


Trapassale la testa!


Ripungila sul dorso!"


Non vuol morire! Oh strazio


d'insetto! Oh mole immensa


di dolore che addensa


il Tempo nello Spazio!


A che destino ignoto


si soffre? Va dispersa


la lacrima che versa


l'Umanità nel vuoto?


Colombina colombita


Madama non resiste:


discende giù seguita


da venti cameriste...


Sognare! Il sogno allenta


la mente che prosegue:


s'adagia nelle tregue


l'anima sonnolenta,


siccome quell'antico


brahamino del Pattarsy


che per racconsolarsi


si fissa l'umbilico.


Socchiudo gli occhi, estranio


ai casi della vita;


sento fra le mie dita


la forma del mio cranio.






Verrà da sé la cosa


vera chiamata Morte:


che giova ansimar forte


per l'erta faticosa?






Trenta quaranta


tutto il Mondo canta


canta lo gallo


canta la gallina...






La Vita? Un gioco affatto


degno di vituperio,


se si mantenga intatto


un qualche desiderio.






Un desiderio? sto


supino nel trifoglio


e vedo un quatrifoglio


che non raccoglierò.

Guido Guzzano

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